Il clan dei Casalesi aveva intenzione di uccidere il magistrato Alessandro Milita, ma l’attività di indagine ha permesso di evitare che il piano si compisse. Questa notizia è stata rivelata da Giovanni Conzo, procuratore aggiunto alla Procura di Roma, durante un convegno sulla lotta alle organizzazioni criminali e camorristiche. Tuttavia, Conzo non ha fatto il nome dell’imprenditore che avrebbe voluto uccidere il magistrato, lasciando aperte due possibili teorie: o le indagini sono in corso su questa dichiarazione, oppure le informazioni non sono state sufficientemente solide per procedere contro il soggetto citato dal killer del clan.

Il progetto di eliminare uno dei pm del pool che indagavano sul clan dei Casalesi è stato riferito ai magistrati da un collaboratore di giustizia, Francesco Della Corte, che aveva compiuto trenta omicidi. Un imprenditore che gestiva rifiuti in provincia di Caserta aveva offerto 500mila euro per uccidere il magistrato, ma il pentito rifiutò perché non si poteva uccidere un magistrato senza attirare l’attenzione delle forze dell’ordine sui Casalesi. Tuttavia, l’imprenditore ritornò all’attacco offrendo un milione di euro per fare l’omicidio, ma Della Corte venne arrestato poco prima di mettere a segno il raid.

Questa notizia è un’altra conferma della pericolosità delle organizzazioni criminali e camorristiche, ma anche della forza dell’attività di indagine e dell’impegno dei magistrati nella lotta alla criminalità organizzata. È importante continuare a sostenere e rafforzare questi sforzi per garantire la sicurezza e la giustizia nel nostro paese.

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