La Cassazione ha confermato la condanna a 2 anni di reclusione per il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, e l’ex direttore generale della Provincia di Salerno, Bruno Di Nesta, per tentata concussione sul Cda dell’Asi. Di Nesta dovrà scontare una pena di 1 anno e 4 mesi. La Procura generale aveva chiesto l’annullamento della sentenza con rinvio a nuovo processo, ma la Suprema Corte ha rigettato il ricorso della difesa. Secondo le accuse, i due imputati avrebbero tentato di costringere Gianluigi Cassandra, all’epoca presidente pro tempore dell’Asi, a sospendere o revocare i membri del Consiglio d’amministrazione di una partecipata del Consorzio Asi. I giudici d’Appello hanno stabilito che Canfora e Di Nesta hanno tentato di perseguire un vantaggio di natura politica, tentando di liberarsi di avversari politici e di sostituirli con soggetti più graditi. Inoltre, non vi era discrezionalità alcuna dell’autorità politica di nominare o revocare i componenti di riferimento della Provincia in seno al Consorzio Asi. Il tribunale ha ritenuto credibile la testimonianza di Cassandra e ha stabilito che le telefonate e i messaggi ricevuti erano indebita pressione da parte degli imputati. Per Canfora, c’è ora il rischio di decadenza dalla carica di sindaco e toccherà al Prefetto pronunciarsi a riguardo dopo la restituzione degli atti della Cassazione in Corte d’Appello.

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