Il Gruppo Canciello di Arzano sarà giudicato in tribunale il prossimo 11 novembre. I comandanti della polizia locale di Arzano e Frattamaggiore e gli ufficiali di polizia giudiziaria che hanno condotto le indagini sui presunti abusi edilizi commessi dal gruppo nella zona Asi compariranno come testimoni. L’indagine dei Carabinieri di Arzano, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, si avvaleva dell’utilizzo di droni e risultanze investigative con l’acquisizione di corposi incartamenti presso il comune di Arzano e quello di Frattamaggiore coadiuvati dai Comandanti Biagio Chiariello e Luigi Maiello. La richiesta di rinvio a giudizio è stata disposta dalla Procura di Napoli Nord per l’ex dirigente del comune di Arzano, Giovanni Napolitano, per il tecnico di parte privata Francesco Napolitano e la titolare della società Ariete s.r.l., Gaetana Canciello. L’indagine ha portato alla luce una serie di violazioni delle norme di legge, tra cui la costruzione di un capannone senza titolo edilizio che attualmente ospita la sede di Amazon Italia.
Secondo la Procura di Napoli Nord, Giovanni Napolitano, ex dirigente del comune di Arzano, avrebbe ricevuto dalla società ITB s.r.l. a gennaio del 2018, la richiesta di variante al PdC (piano di fabbricazione) per la costruzione di un agglomerato industriale su Corso D’Amato ad Arzano e in parte ricadente anche nel comune di Frattamaggiore. A settembre dello stesso anno, in violazione delle norme di legge, a sua firma, comminava una sanzione pecuniaria a carico della Canciello quale responsabile della società Ariete s.r.l. La succitata pratica istruita onde ottenere il rilascio del PdC in variante, procurava intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale a Gaetana Canciello, in qualità di rappresentante legale della Ariete s.r.l., consistito nell’aver dato alla medesima la possibilità di edificare l’opificio in questione, destinato ad ospitare la multinazionale, conduttrice, non potendo egli far ricorso al disposto del succitato art. 20 in assenza di una qualsiasi preventiva corresponsione degli oneri concessori ovvero di una rata corrispondente somma fissata dall’amministrazione onde ottenere il rilascio del PdC, ovvero omettendo il tecnico di agire in autotutela per revocare lo stesso, illegittimamente ottenuto.
Inoltre, Francesco Napolitano, tecnico e collaudatore di parte, è stato indagato, unitamente a Gaetana Canciello, per il reato di abuso in concorso e falso ideologico per aver attestato falsamente e agendo in tempi diversi, a seguito di diversi sopralluoghi presso la struttura, il collaudo statico dell’edificio depositando apposito certificato presso il Genio Civile, ideologicamente falso, essendo stato emesso sul falso presupposto di aver compiuto a maggio e novembre del 2018 altrettanti sopralluoghi presso il sito onde attestarne l’agibilità. E per fare ciò avrebbero utilizzato tale certificato di collaudo, recante il protocollo del Genio Civile di Napoli, allegandolo alla SCA, depositata a firma congiunta a febbraio del 2019 al SUE del Comune di Arzano, pur essendo consapevoli che lo stesso non fosse idoneo a certificare l’agibilità dell’immobile, come comunicato esplicitamente dall’Ufficio del Genio Civile di Napoli a Francesco Napolitano e, pur avendo la Canciello tale consapevolezza concedeva in affitto lo stabile alla società Amazon Italia s.r.l., consentiva illecitamente che all’interno dell’immobile vi fosse esercitata l’attività da parte della società conduttrice.
Va sottolineato che, naturalmente, tutti i soggetti coinvolti sono da ritenersi innocenti fino a una eventuale sentenza definitiva di condanna. Tuttavia, è importante sottolineare che questa vicenda non è un caso isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio di inchieste sulla corruzione e gli abusi edilizi. Ad esempio, c’è l’inchiesta sul mostro di cementi di via Settere che coinvolgerebbe politici, tecnici e amministratori. Speriamo che queste inchieste portino alla luce tutte le violazioni delle norme di legge e aiutino a ripristinare la legalità e la trasparenza nel settore edilizio.