Francesco Faretra, l’ultimo combattente di Grottaminarda che ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale, ha partecipato alla celebrazione della centenaria elevazione a Ente Morale dell’associazione nazionale combattenti e reduci. Durante l’evento, hanno preso la parola diverse personalità, tra cui il presidente della federazione provinciale Ancr di Avellino, Goffredo Covino, il colonnello dell’Esercito Federico Scotto di Tella, Raffaele Masiello, storico, Gabriella Rapa, insegnante e l’avvocato Antonella Losanno. Il sindaco Marcantonio Spera ha portato i saluti.

Francesco Faretra ha ricordato i momenti difficili della guerra, la fame, il freddo e la miseria. Ha sottolineato che la guerra non serve a niente e che sarebbe sufficiente parlarsi per risolvere i conflitti. Lui stesso è stato deportato per quasi due anni nel campo di concentramento di Katovice, in Polonia, dove i tedeschi lo hanno costretto a lavorare in una fonderia per otto ore al giorno. Quando non se ne accorgevano, Francesco e altri due deportati andavano nella cucina per cercare del cibo. Una volta scoperti, i tedeschi li hanno puniti facendoli stare con le mani alzate davanti alla garetta per due ore, con il freddo che faceva.

Quando si avvicinavano i russi, Francesco e gli altri deportati venivano costretti a camminare per venti chilometri, dormivano nei fienili e facevano le trincee in montagna. Qualcuno tentava di scappare e i militari tedeschi gli sparavano addosso. Arrivati quasi in Ungheria, Francesco e gli altri furono accolti da alcuni abitanti di un paesello che uscivano dalla chiesa. Dopo aver camminato per chilometri, i russi li hanno messi su un treno, dove mangiavano ciliegie. Ora, Francesco è circondato dall’affetto dei suoi familiari e dei suoi bisnipoti. Lui dice ai giovani che la vita va vissuta e che una parte della sua è andata via così. Vorrebbe tornare a vedere quei posti, ma è troppo vecchio. In conclusione, Francesco Faretra invita tutti a riflettere sulla bruttezza della guerra e sull’importanza della pace.

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