Scandalo delle “terapie fantasma”: pazienti morti ricevono ancora cure riabilitative a domicilio

Le indagini dell’Asl hanno portato alla luce un ulteriore scandalo legato alle cosiddette “terapie fantasma”. Nonostante la vicenda fosse già stata scoperta da mesi, altri pazienti deceduti risultano aver ricevuto cure riabilitative a domicilio. In particolare, sono stati scoperti due casi di pazienti in cura presso un centro di riabilitazione convenzionato nell’Agro nocerino e un altro affidato a una struttura della Piana del Sele. In totale, sono stati scoperti circa 40 casi di “morti riabilitati”.

Le verifiche sono state effettuate dai vari distretti sanitari della provincia di Salerno, ma sembra che non ci siano ancora risultati dalle verifiche delle persone sottoposte a ricovero presso le residenze sanitarie assistite. In questa vicenda assurda, infatti, è stato riscontrato più volte che degenti in ospedale della stessa Asl ricevano – ovviamente solo sulla carta – prestazioni di riabilitazione domiciliare, con tanto di firme dei terapisti che avrebbero eseguito le cure, attestate persino dagli ammalati stessi o dai loro familiari. Il cosiddetto file “H”, quello che presiede le prestazioni riabilitative, non colloquia né con la anagrafe sanitaria che registra vivi e morti né tantomeno con quelli dei ricoverati in ospedale.

Tutto questo ha portato alla situazione paradossale in cui l’Asl potrebbe aver pagato sia le prestazioni riabilitative alle strutture private convenzionate sia per il ricovero in ospedale degli ospiti delle Rsa. La vicenda è stata definita assurda e scandalosa e ha messo in luce una serie di lacune del sistema sanitario italiano. Si spera che questo scandalo porti a una maggiore attenzione e controllo delle prestazioni sanitarie, in modo da evitare che situazioni del genere possano ripetersi in futuro.

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