La criminalità organizzata ha esteso le sue attività nell’Alta Irpinia, piantando cannabis e sfruttando la manodopera locale. I vari clan del Sud investono da qualche anno nelle coltivazioni di canapa indiana, che offrono bassi rischi e alti guadagni. Queste coltivazioni sono state scoperte in diverse zone: alle pendici dell’Aspromonte, tra i vigneti di Cerignola, lungo i versanti dei monti Lattari tra la costiera Amalfitana e la penisola Sorrentina e ora nell’entroterra campano tra i castagneti dei Monti Picentini. I territori di Lioni, Teora e dell’Alta Irpinia sono stati individuati come habitat ideale per queste piantagioni: zone remote, boscose e di difficile accesso, ma ricche di acqua e umidità. Recentemente, sono state arrestate 6 persone, di cui 4 albanesi e un uomo anziano, che vive in una casa proprio sotto la montagna, insieme alla sua figlia. I due sono originari del napoletano, ma vivono a Lioni da diversi anni e non hanno precedenti penali. Gli arrestati sono stati condotti nel penitenziario di Bellizzi Irpino e saranno portati davanti al gip di Avellino. L’inchiesta dovrebbe finire nelle mani dei magistrati del tribunale avellinese e gli indagati potranno difendersi dalle accuse dopo il blitz dell’Arma. L’indagine è partita da Castellammare di Stabia, con i carabinieri del reparto speciale “Cacciatori di Calabria” che hanno perlustrato e sequestrato piantagioni nelle zone dei Monti Lattari e dei Picentini nel territorio di Lioni e Teora. Sono state scoperte 3 serre piene di cannabis in piena fioritura e un laboratorio ben attrezzato per essiccare le foglie e produrre marijuana. I carabinieri hanno sequestrato oltre 2500 piante. Nelle serre artificiali, oltre alle piante di cannabis, c’erano anche piante in fase di essiccazione e 800 grammi di “erba” pronti per essere confezionati. Nei laboratori, le 6 persone arrestate lavoravano come in un vero e proprio opificio artigianale. A pochi chilometri di distanza, nella contrada Civita Superiore di Teora, i militari hanno scoperto una piantagione di cannabis sviluppata su 3 ampie piazzole, con circa 2100 piante coltivate. I fusti sono stati campionati e distrutti. Secondo gli esperti, da ogni pianta si può ricavare fino a mezzo chilo di droga. Questa storia dimostra chiaramente che la criminalità organizzata cerca territori meno battuti dalle forze dell’ordine, e i boschi dell’Alta Irpinia soddisfano le loro esigenze. Purtroppo, non è difficile per loro trovare manodopera locale in nessun luogo. Gli amministratori della zona chiedono un maggiore controllo del territorio per arginare questi fenomeni.