La malattia di Lyme è stata diagnosticata in una bambina di 4 anni e mezzo presso l’ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento. Secondo l’ospedale, si tratta del primo caso manifestatosi nel Sannio.

La bambina, residente a Guardia Sanframondi, è stata puntata da una zecca circa 20 giorni prima del ricovero. La zecca è stata rimossa presso il Psaut di Cerreto Sannita e è stata prescritta una terapia antibiotica con macrolide per 7 giorni. Successivamente, sul viso della bambina è comparso un eritema migrante che è stato inizialmente trattato con cortisone.

Il 1° giugno la bambina è stata visitata dai medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento a causa di difficoltà a camminare e forti dolori agli arti, al dorso e all’addome.

Dopo il ricovero nel reparto di pediatria, i medici hanno sospettato la malattia di Lyme in base alla storia clinica e ai dati clinici. Il sospetto si è trasformato in certezza quando il laboratorio ha confermato la presenza di anticorpi anti Borrelia Burgdorferi, l’infezione trasmessa dalla zecca Ixodes ricinus, presente in Campania come parassita delle pecore.

La malattia di Lyme è una malattia poliedrica che può simulare altre patologie. Fino ad oggi si pensava che colpisse solo alcune regioni italiane, ma questo caso dimostra che gli animali selvatici portano i loro parassiti anche nelle aree urbane. È importante prevenire la malattia di Lyme con misure ambientali per evitare la puntura delle zecche e non rimuovere il parassita da soli, ma con una tecnica specifica. Non è raccomandata la profilassi antibiotica dopo la puntura della zecca perché il rischio di contrarre la malattia di Lyme, anche nelle zone endemiche, è basso.

Infine, è sempre consigliabile indossare abiti che coprano gli arti quando si va nei boschi o in campagna, utilizzare calzature chiuse e repellenti per insetti. Al ritorno da escursioni o gite in natura, è sempre opportuno controllare la pelle alla ricerca di eventuali parassiti.

La malattia di Lyme colpisce la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni. Può manifestarsi con sintomi gravi, persistenti e, se non viene curata, può diventare cronica. Tuttavia, la diagnosi è complessa perché i sintomi sono intermittenti e mutevoli e gli esami di laboratorio non sono sempre in grado di confermare o escludere definitivamente la malattia.

Contrarre l’infezione non garantisce l’immunità, quindi è possibile ammalarsi più volte. La malattia inizia con una macchia rossa che si espande lentamente e può sviluppare disturbi neurologici come dolori articolari e muscolari, meningiti, polineuriti, linfocitoma cutaneo e miocardite. I sintomi possono durare mesi e nella fase finale della malattia possono manifestarsi artrite cronica, alterazioni del sistema nervoso centrale e periferico, della pelle e dell’apparato cardiovascolare.

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