La sentenza che evita l’ergastolo agli assassini di Nicholas Di Martino ha suscitato amarezza. Il giovane di 17 anni è stato ucciso a coltellate a Gragnano il 25 maggio 2020. La Corte d’Appello ha confermato la condanna a 18 anni di reclusione per Maurizio Apicella, mentre ha comminato un lieve sconto di pena per Ciro Di Lauro, condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione. I familiari del giovane si sono rivolti al deputato Francesco Emilio Borrelli per lanciare un appello, esprimendo la propria rabbia. Secondo loro, la vita di mio figlio vale solo 18 anni e 10 anni per il giudice. In Italia, l’ergastolo è previsto per gli omicidi associati ad una sola aggravante. Gli assassini erano accusati di ben 5 aggravanti, tra cui l’aggravante camorristica. La madre di Nicholas si chiede se suo figlio meritasse di morire nonostante non avesse alzato un dito per difendersi. È delusa dalla sentenza e ha promesso di andare avanti fino alla corte di Strasburgo se necessario. Borrelli commenta che è difficile chiamare questa decisione “giustizia” quando i criminali beneficiano di sconti di pena, mentre le vittime e le loro famiglie vengono abbandonate. Si appella ai giudici affinché emettano le giuste condanne in Cassazione e affinché la giustizia torni ad essere chiamata tale per tutte le vittime della violenza e della criminalità.