Una tragedia si è abbattuta sulla tangenziale di Napoli, causando la morte di una ricercatrice e di uno studente. Maria Giovanna Prati, 66 anni, la prima ricercatrice del Cnr, e Fulvio Filace, uno studente di 25 anni, viaggiavano a bordo di un prototipo sperimentale ad alimentazione ibrida, un’auto Volkswagen Polo Tdi utilizzata in un progetto di ricerca chiamato “Life Save”. Purtroppo, l’auto è esplosa improvvisamente, causando ustioni gravi su entrambi i passeggeri.

La tangenziale di Napoli è stata bloccata per ore a causa di questo incidente tragico. Inizialmente si pensava che fosse solo un incidente stradale, ma poi si è scoperto che l’auto era letteralmente esplosa senza urtare nulla. Questa situazione ha lasciato tutti increduli e sgomenti. Passare accanto alla scena dell’incidente è stato davvero terribile, sapendo che qualcuno era intrappolato e non sarebbe sopravvissuto.

La domanda che sorge spontanea è perché l’auto prototipo si trovasse su una delle strade più trafficate di Napoli in un’ora di punta. L’auto, che aveva un funzionamento misto a benzina ed energia solare, faceva parte di un progetto di ricerca europeo sull’ibridizzazione dei motori. Tuttavia, sembra che le bombole a bordo dell’auto siano state la causa dell’esplosione. La Procura sta ancora indagando sulle norme di sicurezza relative alla ricerca e alla sperimentazione.

Questa tragedia ha infranto i sogni di entrambi i passeggeri e ha sollevato molte domande sulla responsabilità di quanto accaduto. È importante che vengano fatte chiarezza sulle norme di sicurezza e che vengano prese misure adeguate per evitare incidenti simili in futuro. La ricerca è un ambito fondamentale per lo sviluppo della società, ma non può essere messa al di sopra della sicurezza delle persone coinvolte.

Ora più che mai, è necessario fare tutto il possibile per garantire che la ricerca e la sperimentazione avvengano in condizioni di sicurezza, evitando tragedie come questa. Maria Giovanna Prati e Fulvio Filace non dovrebbero essere morti per il progresso scientifico, ma dovrebbero essere ricordati come persone che hanno dedicato la loro vita alla ricerca e all’innovazione.

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