Benevento. La requisitoria del pm Maria Gabriella Di Lauro ha portato alla richiesta di condanna di dieci anni per Eugenio Caporaso, accusato del tentato omicidio del fratello Bruno. Durante il processo, la pubblica accusa ha escluso la condizione psicotica scatenata da un alcolismo cronico e la legittima difesa, basandosi anche su una perizia psichiatrica disposta dal Tribunale.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Giovanni Procaccini, sta invece valorizzando questi argomenti, con l’obiettivo di ottenere la dichiarazione di non imputabilità per il suo assistito.
L’episodio si è verificato nell’agosto del 2022 in una zona vicino a vico Fiume. Le frequenti liti tra i due fratelli, anche per motivi economici, hanno portato a questa drammatica situazione. Eugenio Caporaso, arrestato, ha sostenuto di essere stato provocato da Bruno, che ha confermato questa ricostruzione in aula. Questo avrebbe spinto Eugenio a allontanarsi di alcune decine di metri in direzione del centro storico.
Tuttavia, Bruno lo avrebbe seguito e avrebbe iniziato a colpirlo con calci e pugni. Durante la colluttazione, Eugenio sarebbe riuscito a togliere a Bruno la pietra che aveva in mano e lo avrebbe colpito.
La difesa sta cercando di dimostrare che Eugenio agì in legittima difesa e che la sua condizione psicotica, causata dall’alcolismo, lo ha reso non imputabile per il tentato omicidio del fratello.
Il processo continua e si attende la decisione del Tribunale.