Il tribunale di Salerno ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal sostituto procuratore Alessandro Di Vico nei confronti dei fratelli Giuseppe, Felice e Gaetano Celso. Oltre all’accusa di omicidio aggravato, i tre sono anche accusati di tentata estorsione e furto aggravato. L’udienza preliminare è stata fissata per metà luglio.
I fratelli Celso sono stati ritenuti responsabili dell’omicidio di Mario Solimeno, un artigiano di Eboli di soli 29 anni, morto a causa di una ferita al collo causata dai colpi sparati da Giuseppe Celso verso l’auto su cui viaggiava la vittima. I fatti sono avvenuti il 29 settembre del 2022 ad Eboli, ma l’uomo è deceduto quasi un mese dopo in ospedale a Napoli. La perizia disposta dalla procura di Salerno ha confermato che la causa del decesso è da attribuire al colpo d’arma da fuoco.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta, Mario Solimeno è morto per un caso fortuito a causa dell’accanimento dei tre fratelli nei suoi confronti. Il giovane si trovava nel luogo del delitto perché aveva deciso di difendere la sorella e il cognato dalla furia omicida dei Celso, che avevano pianificato un’azione ritorsiva nei confronti della coppia, legata a una faida tra gruppi rivali per lo spaccio nel quartiere 167 di Eboli.
Nonostante sia stato Giuseppe Celso a sparare, secondo la procura i tre fratelli sono tutti colpevoli di omicidio aggravato in quanto hanno compiuto azioni criminali consecutive e in tempi diversi, in concorso tra loro, con suddivisione dei compiti e consapevoli del contributo di ognuno nell’evento. Al momento dell’arrivo dell’auto con la vittima e alcuni parenti a bordo, Giuseppe minacciava la sorella e il cognato con una pistola, mentre Gaetano controllava la strada per evitare interferenze. È stato in quel momento che Giuseppe ha sparato i tre colpi fatali per Mario Solimeno.
Inoltre, Giuseppe Celso è accusato anche di tentata estorsione per aver cercato di costringere Maria Solimeno a dargli denaro minacciandola. Insieme al fratello Felice, è anche accusato di furto aggravato per essersi appropriato dei documenti, di una carta prepagata e di una bottiglia di grappa presso l’abitazione della famiglia Solimeno.
La parte civile è rappresentata dagli avvocati Stefania Pierro e Raffaele Boninfante. Ora si attende l’udienza preliminare per fare luce su questa tragica vicenda e per far sì che giustizia sia fatta.