Il caso dei lavori di realizzazione di un impianto di pubblica illuminazione nell’ex parcheggio di via Sanzio nel 2008 è giunto alla Cassazione. La società Elettrica ha impugnato la sentenza della Corte d’Appello dello scorso gennaio, che aveva dichiarato inammissibile l’azione di “ingiustificato arricchimento” proposta contro il Comune di Pontecagnano Faiano e aveva esonerato l’ente dal pagamento della fattura da 24.000 euro presentata da Elettrica. La richiesta alla Suprema Corte è quella di rivedere il provvedimento e tornare alla sentenza di primo grado, che aveva condannato il Comune al pagamento.

Per difendere i suoi interessi, l’ente ha conferito incarico legale all’avvocato Carlo Bottigliero. Ma come si è arrivati a questa situazione? Bisogna tornare indietro fino al dicembre 2008, quando l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Ernesto Sica ha acquisito in comodato d’uso un’area di oltre 18.000 metri quadrati per manifestazioni pubbliche e per realizzare un parcheggio che potesse sostenere il crescente numero di auto che si recavano nella zona, dove erano presenti le Poste, l’Asl e i carabinieri. Per sancire l’acquisizione, è stata emessa una delibera e il Comune ha richiesto alla società Elettrica di realizzare i lavori per l’installazione dell’illuminazione pubblica nell’area in questione. Tutto questo, come emerso durante l’indagine, è avvenuto “mediante un affidamento informale d’urgenza e in assenza di contratto”. Dopo il mancato pagamento della fattura da 24.000 euro presentata dopo i lavori, la società ha deciso di rivolgersi al tribunale di Salerno, che il 28 settembre 2021 ha pronunciato a favore di Elettrica, condannando il Comune al pagamento della somma richiesta. Tuttavia, a gennaio la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, sottolineando l’assenza di un atto programmatico e di un impegno di spesa formale e sostenendo che, secondo l’attuale giurisprudenza, “in assenza di contratto e di mancato controllo contabile sorga un rapporto diretto tra il privato e il funzionario inadempiente” e che, quindi, Elettrica avrebbe dovuto far valere il proprio diritto nei confronti del funzionario inadempiente e non del Comune. Ora spetta alla Cassazione decidere e potrebbe ribaltare nuovamente il giudizio, obbligando il Comune al pagamento della somma non versata.

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