Cibi vietati sui lidi, la denuncia di un cittadino
Un cittadino ha recentemente sollevato una denuncia riguardante la problematica del divieto di portare cibi e bevande sui lidi privati. Questo divieto rende difficile per le famiglie trascorrere una giornata al mare usufruendo delle spiagge attrezzate.
Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, molti bagnanti si chiedono se è possibile portare borse frigo in spiaggia. Purtroppo, la risposta è spesso negativa, anche se secondo il Codice Civile i gestori dei lidi non dovrebbero vietare agli ospiti di portare cibo e bevande con sé.
Un cittadino ha denunciato di essere stato perquisito insieme alla sua famiglia all’ingresso di uno stabilimento balneare. Questa spiacevole sorpresa ha portato alla luce il fatto che non è più possibile portare cibi e bevande negli stabilimenti balneari, almeno in Campania.
L’uomo racconta di essere andato in un lido e di aver pagato 50 euro per un ombrellone con una sedia, e altri 10 euro per il parcheggio. Durante l’ora di pranzo, lui e la sua famiglia hanno deciso di mangiare un semplice panino con la bresaola. A quel punto, un addetto si è avvicinato e ha comunicato loro che non potevano mangiare il panino sotto l’ombrellone. L’uomo si chiede perché non sia possibile affiggere un avviso all’ingresso, in modo che lui possa decidere se entrare o meno. Invece, si sente ingannato dopo aver già pagato una somma considerevole.
L’uomo si rivolge ai gestori del lido, definendoli “cialtroni”, e fa notare che per una famiglia modesta una giornata al mare può arrivare a costare 120/130 euro. Questo prezzo, che include l’ingresso e il cibo acquistato nello stabilimento, rende difficile per un operaio permettersi una giornata al mare. Nonostante ci siano spiagge libere, l’uomo desidera poter accedere a una spiaggia privata, pagare l’ingresso e mangiare il suo panino. È importante sottolineare che stiamo parlando di località come Varcaturo, Licola e Castelvolturno, non di Sharm.
Questa denuncia mette in evidenza una questione che, negli anni passati, è emersa più volte. È necessario trovare una soluzione che permetta alle famiglie di trascorrere una giornata al mare senza dover rinunciare al cibo portato da casa. Non si tratta solo di una questione economica, ma anche di libertà di scelta e di accesso alle spiagge attrezzate. Speriamo che questa denuncia porti a una riflessione e a un cambiamento positivo nella gestione dei lidi privati.