Inviati gli atti in procura per far luce sulla vicenda

La vicenda riguardante le due sentenze fasulle del Giudice di Pace alla Prefettura di Avellino ha preso una svolta inaspettata. I due imputati, A.M. classe ’58 e A.M. classe ’81, erano stati accusati di tentato falso in atto pubblico. Tuttavia, durante il processo, è emerso che i due non erano a conoscenza della falsità delle sentenze e che non vi era alcuna volontà di truffare la Prefettura.

Il Gup del Tribunale di Avellino, Marcello Rotondi, ha quindi emesso la sentenza di proscioglimento “per non aver commesso il fatto” per entrambi gli imputati. L’avvocato Carmine Ruggiero, difensore dei due, ha ottenuto così una vittoria importante.

Nonostante il proscioglimento, il pubblico ministero Vincenzo D’Onofrio ha deciso di inviare gli atti in procura per ulteriori indagini. L’obiettivo è fare luce sulla vicenda e verificare le condotte di un ex cancelliere che potrebbe aver falsificato le sentenze.

Questa vicenda ha destato grande interesse e preoccupazione nella città di Avellino. La falsificazione di sentenze è un reato grave che mina la fiducia nell’amministrazione della giustizia. È quindi fondamentale che vengano fatte tutte le indagini necessarie per individuare i responsabili e punirli adeguatamente.

La Procura di Avellino si impegna quindi a fare piena luce su questa vicenda, nell’interesse della giustizia e della tutela dei cittadini. È importante che situazioni simili non si verifichino in futuro e che si possa ripristinare la fiducia nella correttezza e nell’integrità del sistema giudiziario.

Sarà interessante seguire lo sviluppo delle indagini e vedere quali saranno le conseguenze per l’ex cancelliere coinvolto. Nel frattempo, la popolazione di Avellino può sperare che questa vicenda si risolva nel modo più giusto ed equo possibile.

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