La decisione della Prefettura di Salerno di emettere un provvedimento antimafia nei confronti del Consorzio delle costruzioni Research è stata annullata dai giudici del Tar di Salerno. Secondo il Tribunale Amministrativo Regionale, non è emerso alcun contagio mafioso strutturale all’interno del Consorzio.

La vicenda ha avuto inizio nel febbraio del 2022, quando la Procura di Napoli ha avviato un’inchiesta che ha portato all’emissione di misure cautelari nei confronti dei vertici di Research e dell’ex pm salernitano Roberto Penna. Tuttavia, secondo il Tar di Salerno, non ci sono prove di “reati spia” o di un contagio mafioso continuativo all’interno del Consorzio.

Il provvedimento antimafia era stato emesso nell’aprile dello scorso anno, ma era stato sospeso dal tribunale amministrativo di largo San Tommaso nel giugno successivo. Ora, dopo una lunga attesa, il Tar di Salerno ha dichiarato l’illegittimità dell’interdittiva antimafia nei confronti di Research e ha accolto il ricorso per l’annullamento.

Secondo i giudici del Tar, solo quattro società su 127 che compongono il Consorzio sono state colpite dal provvedimento interdittivo, il che rende poco plausibile l’ipotesi di un contagio mafioso continuativo all’interno dell’intero Consorzio.

Questa decisione rappresenta un importante risultato per Research, che ora può tornare a operare senza le restrizioni imposte dalla Prefettura. La vicenda ha destato molte polemiche e ha coinvolto diverse istituzioni e organi di giustizia, ma alla fine sembra che la verità abbia prevalso e il Consorzio possa riprendere la sua attività “senza macchia”.

Per saperne di più sull’argomento, è possibile consultare l’edizione odierna del quotidiano La Città.

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