Un’inchiesta coinvolge Emanuela Belcuore, ex garante dei detenuti della provincia di Caserta, per aver favorito un recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Nonostante le condanne per gli abusi e i disservizi, Belcuore è stata iscritta nel registro degli indagati senza però subire misure restrittive. La sua dimissione dall’incarico nella Provincia di Caserta è stata motivata dalla perquisizione nella sua abitazione di Napoli, ordinata dal magistrato Gionata Fiore che indaga su di lei e sul comportamento del detenuto e di un’altra persona interna al carcere. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, Belcuore avrebbe procurato al detenuto un telefono cellulare intestato a uno straniero e lo avrebbe avvertito di un’imminente perquisizione nella cella per far sparire il telefono. Avrebbe anche cercato di influenzare la direttrice del carcere e il magistrato di sorveglianza per ottenere una relazione di servizio positiva per il detenuto. In cambio, avrebbe ricevuto regali dal recluso. La nomina di Belcuore come garante delle persone recluse è stata favorita dalla sua vicinanza a Pasquale Crisci, ex assessore del Comune di Santa Maria a Vico ed ex vicepresidente dell’ente Provincia, arrestato per aver gestito le assegnazioni dei loculi cimiteriali. Nonostante le accuse, Belcuore intende difendersi e ha sempre denunciato i disservizi nelle carceri. Ora gli inquirenti sono concentrati sui beni sequestrati, tra cui computer e cellulari della donna. Non è la prima volta che un garante dei detenuti in Campania ha problemi con la giustizia, come nel caso di Pietro Ioia, ex garante dei ristretti di Napoli, accusato di trasportare droga e telefoni cellulari per i detenuti. Il sindaco di Napoli ha affidato il ruolo di garante dei detenuti a don Tonino Palmese. Belcuore confida nella magistratura e si dice fiduciosa che le indagini chiariranno la situazione rispetto alle accuse contestate.

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