Bullizzato e poi investito tra Boscoreale e Pompei, la vittima perseguitata per anni
Per anni lo hanno bullizzato, deriso, picchiato e avrebbero persino tentato di ammazzarlo. Dopo averlo investito, mentre si trovava in scooter, lo hanno trascinato con l’auto per decine di metri rischiando di ucciderlo. Una storia assurda quella che arriva dal territorio vesuviano, un inferno vissuto da un giovane che oggi è ricoverato in ospedale e rischia di subire danni permanenti alla schiena dopo essere finito nel mirino di chi non ha dubitato due volte prima di minacciarlo e aggredirlo più volte.
Un incubo venuto alla luce ieri mattina quando due giovanissimi sono finiti tra i destinatari di due ordinanze cautelari emesse rispettivamente dal Gip del Tribunale per i minorenni di Napoli e dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica per i minorenni di Napoli e della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. I militari dell’Arma hanno proceduto all’arresto di due giovani, uno minorenne residente a Boscoreale e l’altro appena 20enne e residente a Pompei. Per entrambi l’accusa è di tentato omicidio, reato commesso ai danni di un ragazzo di 18 anni Pompei.
I fatti contestati dalla magistratura risalgono al pomeriggio di domenica 30 aprile: la vittima si trova in strada dopo la partita di Napoli Salernitana che avrebbe decretato, in caso di vittoria, lo scudetto per la squadra azzurra, festeggiamenti poi sfumati per la gara finita in parità. Nonostante la delusione il giovane scende comunque in strada, in sella al suo inseparabile scooter. Percorre via Passanti Flocco a Boscoreale quando viene speronato da una vettura, una Smart, il cui conducente, dopo l’impatto riesce a darsi alla fuga; non prima di aver trascinato per metri il ragazzo che nel frattempo è incastrato probabilmente nel paraurti della vettura.
Il 18enne vittima riporta lesioni, soprattutto alla colonna vertebrale, tanto da essere sottoposto ad un intervento chirurgico per la frattura di una vertebra lombare. È l’ennesimo atto di un inferno durato troppo tempo. È la goccia che fa traboccare il vaso e che spinge il legale del giovane preso di mira dai bulli a chiedere, l’avvocato Adriano Ferraro, l’intervento delle forze dell’ordine. Vengono effettuati una serie di accertamenti e vengono acquisite anche le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza installati in zona oltre che ascoltate alcune persone e la stessa vittima. Gli agenti riescono a ricostruire tutto: riuscendo a capire chi era a bordo di quell’auto lanciata a folle velocità per le strade di Boscoreale. Secondo quanto riscontrato dagli investigatori i due indagati vedono la vittima che si trovava in sella allo scooter e decidono di inseguirlo. Una volta raggiungo, lo speronano per farlo cadere a terra. Ma quello non sarebbe stato l’unico episodio bensì avrebbe rappresentato il culmine di pregressi atti di bullismo e di vessazione che andavano avanti da mesi nei confronti della vittima ad opera dell’indagato maggiorenne, che, già in precedenza, l’avrebbe molestato e tormentato senza alcuna apparente motivazione, e per i quali quest’ultimo è già imputato in un altro procedimento. In particolare, nel corso delle indagini si è accertato che appena due giorni prima del tentato omicidio, il 20enne finito al centro dell’inchiesta, a bordo della stessa Smart, unitamente al coindagato minorenne, avrebbe inseguito la vittima, che viaggiava in scooter, e con una manovra spericolata ed insidiosa, avrebbe già tentato di investirlo senza riuscirci. Da qui la decisione dei magistrati di spedire in carcere il bullo oggi maggiorenne, mentre l’altro che non ha ancora compiuto diciotto anni è stato in comunità a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.