Il problema del mal secco continua a farsi sentire nella Costiera Amalfitana. Questa malattia vascolare colpisce gli agrumi, insediandosi nei vasi che trasportano la linfa della pianta. Attualmente, è presente in tutti i paesi agrumicoli del Mediterraneo e del Mar Nero. Le spore che causano questa patologia delle colture agrumicole vengono trasportate dalle attività umane, che ne hanno consentito la diffusione da un continente all’altro. Tuttavia, anche il vento e l’abbandono dei terreni giocano un ruolo importante nella diffusione del mal secco a livello locale, tra un terrazzamento e l’altro.

Non sono pochi i casi di colture che, periodicamente, sono messe in ginocchio da questa malattia. Gli antidoti per combattere il mal secco sono abbastanza radicali e non è facile estirpare la presenza della spora. Le piante spesso non sono abbastanza forti da resistere e le spore possono comprometterne la sopravvivenza stessa. Una volta il vento era purificatore, ma oggi, con la globalizzazione e l’inquinamento crescente, non è più così. Oltre al vento, anche le piante secche presenti nelle vallate possono essere portatrici di infezioni per i terreni coltivati.

Un antidoto tradizionale per combattere il mal secco sono gli “abbruciamenti”, ovvero i roghi controllati di sterpaglie. Tuttavia, durante la stagione turistica, questi roghi sono limitati poiché hanno un impatto negativo sulla qualità dell’aria nei comuni costieri. È difficile consentire questa pratica quando ci sono molte persone che alloggiano vicino ai terreni. Nonostante ciò, è importante fare in modo che questa malattia non diventi endemica o che venga in qualche modo controllata, poiché è difficile debellarla completamente.

Eradicare completamente il mal secco non è una prospettiva possibile, quindi i coltivatori lanciano un grido d’allarme. Quest’anno ho perso settanta piante e, di conseguenza, quintali di limoni. Ma ci sono anche conseguenze negative sul paesaggio: le piante sono secche, avvezzite, a differenza di vent’anni fa quando i terrazzamenti di limoni erano lussureggianti lungo il territorio.

Il Governo ha preso in considerazione il problema del mal secco, che ha avuto ripercussioni negative sulla produzione di limoni non solo nella Costiera Amalfitana, ma anche nella Penisola Sorrentina, dove il limone è un prodotto identitario. Sono stati previsti finanziamenti complessivi di nove milioni di euro per fronteggiare la malattia, tre milioni per ogni anno, anche se ci sono non poche difficoltà nel farlo.

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