Dieci persone coinvolte in un’inchiesta sul delivery della droga tra Maddaloni, Santa Maria a Vico e Caserta hanno scelto il rito abbreviato durante la prima udienza preliminare. Due imputati invece procederanno con il rito ordinario, mentre un altro ha chiesto il patteggiamento. Le discussioni davanti al gip Vecchiarelli sono state fissate per la seconda metà di settembre, dove si susseguiranno le argomentazioni della Procura e dei difensori degli imputati.

Le persone coinvolte nell’inchiesta sono Giuseppe Antelli, Vincenzo Antelli, Antonietta Bernardi, Antonio Cesarano, Luigi Cioffi, Antonio D’Albenzio, Giuseppe Dogali, Salvatore Farina, Orazio Gagliardi e Angelo Lettieri. Diana Renzi ha chiesto il patteggiamento, mentre Claudio e Biagio De Lucia procederanno con il rito ordinario. Gli avvocati Nello Sgambato, Domenico Dello Iacono, Clemente Crisci, Igino Nuzzo, Mario Corsiero, Mario Mangazzo, Francesco Liguori e Danilo De Cicco fanno parte del collegio difensivo.

L’inchiesta dei carabinieri di Maddaloni riguarda il delivery della droga, in particolare cocaina, hashish, marijuana e crack, che veniva acquistata nell’hinterland napoletano e poi rivenduta in provincia di Caserta. Gli ordini avvenivano tramite app di messaggistica come Whatsapp o Telegram, con account riferibili a cittadini extracomunitari. La droga veniva consegnata a domicilio con un sovrapprezzo di 5 euro, mentre per le consegne a mano in piazza c’era uno sconto basato sul quantitativo di stupefacenti acquistato. I carabinieri hanno documentato almeno 550 cessioni di droga.

L’inchiesta ha suscitato l’interesse dei media e si è resa evidente la necessità di combattere il fenomeno del delivery della droga, che rappresenta un grave problema per la sicurezza dei cittadini. È importante che le autorità contino a lavorare per contrastare il traffico di sostanze stupefacenti e garantire la tranquillità dei territori interessati.

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