La Procura di Avellino continua ad essere vigile. Il procuratore Airoma sta seguendo da vicino uno dei casi più misteriosi che ha scosso non solo la comunità locale, ma anche l’intero paese, tenendo ancora molte persone e famiglie con il fiato sospeso, soprattutto quella del scomparso.

Dopo aver commentato la sentenza emessa dal Tribunale sul nuovo clan Partenio, il procuratore ha parlato anche del caso Manzo, il 72enne di Prata Principato Ultra scomparso la sera dell’8 gennaio 2021. “Il fascicolo d’indagine è ancora aperto, non è mai stato chiuso e continuiamo a lavorare duramente. Stiamo cercando il corpo di Manzo e facciamo tutto ciò che è possibile fare, come sempre, senza tirarci indietro. I nostri uffici saranno aperti anche ad agosto, quindi siamo pienamente impegnati”.

Tuttavia, Domenico Airoma ha un problema che desidera risolvere, come ha già fatto in altre occasioni, nella speranza che ci siano sviluppi positivi. “Devo lamentare con fermezza che non abbiamo ricevuto alcuna collaborazione dalla comunità locale, anzi, forse abbiamo incontrato ostacoli, ma mai collaborazione”.

Il procuratore di Avellino sottolinea che le indagini non hanno avuto un’accelerazione immediata dopo la scomparsa, quindi non tutto ciò che non è stato fatto all’epoca può essere recuperato. “È importante chiarire che le indagini sono condotte dalla Procura e noi assumiamo tutte le nostre responsabilità. Ma, ripeto, sarebbe necessario un sussulto da parte dei cittadini”.

In base a tutti gli elementi raccolti fino ad oggi, Airoma ritiene che non ci siano sufficienti prove per avviare un processo contro le persone attualmente indagate. “Non teniamo il fascicolo nello scaffale, se avessimo avuto elementi sufficienti, avremmo sicuramente avviato un processo. Ma, ripeto, andiamo avanti, le ricerche del corpo di Manzo non si sono mai interrotte”.

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