Un brutale attacco ai tifosi del Napoli è avvenuto lo scorso 4 maggio ad Avellino, mentre festeggiavano la vittoria dello scudetto. Ventuno persone incappucciate hanno bloccato le auto e i motorini dei tifosi napoletani lungo corso Vittorio Emanuele, strappando bandiere e vessilli con violenza e danneggiando le loro auto con aste. Non contenti, hanno anche minacciato famiglie con bambini che passeggiavano nella zona, costringendole a consegnare le bandiere dei neo campioni d’Italia.
Dopo due mesi di indagini, la Digos della Questura di Avellino ha individuato nove persone appartenenti alla tifoseria organizzata della Curva Sud dell’Avellino come i principali responsabili dell’aggressione. Le loro case e auto sono state perquisite questa mattina per cercare ulteriori prove che potrebbero essere state acquisite nel frattempo. Tra gli indagati ci sono anche tifosi già denunciati in passato per comportamenti illeciti nel contesto sportivo. Le loro identità sono state scoperte grazie alle preziose immagini delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private presenti nella zona, che hanno documentato l’intera aggressione, e alle testimonianze delle vittime.
I nove Ultras avellinesi sono gravemente sospettati di pubblica intimidazione, violenza privata, rapina e danneggiamento. Ora spetta alla giustizia fare piena luce su questo grave episodio di violenza e punire i responsabili. Gli attacchi tra tifoserie rivali sono purtroppo abbastanza comuni nel mondo del calcio, ma è importante che vengano presi provvedimenti seri per garantire la sicurezza dei tifosi e la tranquillità nelle città. Speriamo che situazioni come queste non si ripetano in futuro e che il calcio possa essere un momento di gioia e aggregazione, anziché di violenza e paura.