Il controllo del territorio in una grande città è di fondamentale importanza, ma allo stesso tempo è anche molto complesso. Richiede una strategia ben strutturata, una politica condivisa tra i governanti e le forze dell’ordine, un notevole impegno numerico ed economico. Non può essere limitato alle situazioni di emergenza, né essere sporadico o episodico.

La triste vicenda dell’incendio in piazza Municipio dimostra in modo evidente e crudo un fallimento in questo ambito. Non si può nemmeno considerare un attenuante il fatto che l’incendio sia stato appiccato all’alba, quando la notte stava finendo e la luce del giorno stava arrivando. Anzi, questo fa solo emergere e allargare la lacuna. Proprio in quei momenti la città deve essere presidiata con un piano specifico, perché le metropoli sono ormai vissute ininterrottamente e anche i flussi turistici, fortunatamente tornati ad essere continui, devono essere protetti e controllati, sia di giorno che di notte.

Non c’era nessuno a difendere l’opera di Pistoletto. Non c’era alcun sistema di sorveglianza. Nessuno a presidiare un’area in cui si trovano la sede del Comune, il porto e, a breve distanza, la questura e la prefettura. Nel cuore della città. E nessuno ha pensato che la Venere degli stracci dovesse essere protetta. Inaugurazione, selfie, incendio. Questa è la sequenza che fa riflettere il sindaco Gaetano Manfredi e il suo staff su cosa si sarebbe potuto fare e invece non è stato fatto. È mancato un input, una direzione precisa. Forse, dopo l’euforia senza conseguenze dei festeggiamenti del terzo scudetto, si è anche sottovalutato quanto Napoli possa essere pericolosa e imprevedibile.

Un ottimismo eccessivo, se davvero c’è stato e ha influenzato la decisione di non presidiare la Venere degli stracci. Quanto accaduto solleva nuovamente il tema e suona come un nuovo campanello d’allarme. Anche se bisogna riconoscere al neo questore Maurizio Agricola di aver risolto rapidamente il caso con l’arresto di un senzatetto. Napoli sta vivendo un momento felice, ma non deve né può sottovalutare i suoi antichi problemi, le numerose forme di illegalità, sia organizzata che non, e anche i gesti folli e incontrollati di chi vive in disagio in una grande e popolosa metropoli.

Il Comune, la prefettura, la questura, i carabinieri e la Guardia di Finanza devono mettere a punto un piano efficace e di ampio respiro. E se le forze sul campo o le risorse economiche non dovessero essere sufficienti, come spesso accade, devono chiedere al governo di aumentare il personale e destinare fondi. Il controllo del territorio è una priorità da cui non si può prescindere, sia a Napoli che a New York. Quell’incendio ci dice che è necessario intervenire, al più presto.

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