Nuova aggressione nel carcere di Salerno: un poliziotto penitenziario è stato colpito da un detenuto. A denunciarlo è il segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), Tiziana Guacci. L’agente è stato colpito alle spalle e alla nuca e ha ricevuto una prognosi di una settimana. Fortunatamente, sono stati i detenuti presenti a soccorrere l’agente e a bloccare l’aggressore, evitando conseguenze ancora più gravi.
La situazione attuale nelle carceri di Salerno è insostenibile. Ogni giorno accadono episodi di violenza e sembra quasi diventato ordinario denunciarli. Le carceri sono diventate un colabrodo a causa delle scelte sbagliate che hanno privilegiato il trattamento dei detenuti a discapito della sicurezza interna e del personale penitenziario. Solo grazie alla prontezza degli altri detenuti e alla professionalità del personale intervenuto si è evitato un epilogo ancora più drammatico.
La cosa più grave è che l’amministrazione penitenziaria non riesce a porre in essere alcuna soluzione per eliminare queste criticità. Questo immobilismo mette a dura prova il lavoro della Polizia Penitenziaria, tanto che il SAPPE sta valutando azioni di protesta per manifestare il proprio disagio lavorativo.
Il leader del SAPPE auspica un intervento rapido da parte del governo su queste continue aggressioni. In particolare, si rivolge al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo e lo invita a incontrare il sindacato per affrontare i temi che rientrano nella sua delega, come i detenuti, i malati psichiatrici e la riorganizzazione degli istituti.
Inoltre, il SAPPE chiede l’applicazione immediata dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni per contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare la Polizia Penitenziaria di strumenti come il taser per difendersi dalla violenza dei detenuti che non rispettano le regole e le persone che rappresentano lo Stato.
Il Sindacato non esclude forme di protesta clamorose da parte dei poliziotti, perché il tempo delle interlocuzioni è finito. Nonostante le numerose richieste fatte alle autorità competenti, non sono state intraprese le iniziative attese.