L’incendio che ha coinvolto l’opera d’arte “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto a Napoli ha destato grande preoccupazione e indignazione. Solo due persone si sono avvicinate all’installazione poco prima che le fiamme si propagassero: una donna che faceva jogging e Simone Isaia, un senza fissa dimora.

La presenza di Isaia vicino all’opera prima dell’incendio ha fatto sospettare gli agenti della Squadra Mobile, che hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti. Isaia è stato arrestato con l’accusa di incendio doloso e distruzione di un bene di rilevante importanza culturale. L’indagato ha ammesso di essersi avvicinato all’opera, anche se nega di aver innescato l’incendio.

Gli indumenti e la borsa rossa con la scritta bianca che Isaia indossava durante l’incidente sono stati rilevati dai sistemi di videosorveglianza e corrispondono a quelli dell’individuo immortalato in piazza Municipio. Quando è stato rintracciato e fermato dai poliziotti in un centro di accoglienza, indossava gli stessi vestiti e aveva con sé la stessa borsa e lo stesso zaino.

Secondo il giudice, la condotta di Isaia avrebbe avuto una “intrinseca potenzialità offensiva” a causa del materiale altamente infiammabile dell’opera e della velocità con cui l’incendio si è propagato in una zona molto frequentata come piazza Municipio. Questo avrebbe potuto causare danni all’incolumità pubblica.

L’incendio dell’opera d’arte ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei luoghi pubblici e sulla protezione del patrimonio artistico e culturale. È importante che vengano prese misure adeguate per evitare che simili episodi accadano in futuro e per garantire la tutela delle opere d’arte che arricchiscono la nostra città.

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