Antonio Capo, il latitante arrestato di recente a Mondragone, è noto per essere stato protagonista di una fuga dalla comunità per minori venti anni fa. Questo episodio fu molto clamoroso, poiché il giovane, all’epoca minorenne e residente nei Quartieri Spagnoli, decise di scappare per tornare a casa.

L’ispettore Salvatore Bosco, del commissariato Montecalvario, guidato dal dirigente Maurizio Agricola (attualmente questore di Napoli), riuscì a rintracciare Antonio Capo in tarda serata. Era un periodo invernale e si avvicinava il Natale, e così il ragazzo fu trovato intento a realizzare il presepe nella sua abitazione di via Laura Oliva Mancini.

Questo evento segnò il primo episodio di fuga di Antonio Capo, che in seguito divenne un latitante di spicco. La sua storia criminale è stata caratterizzata da numerosi reati e dalla sua capacità di sfuggire alla giustizia per un lungo periodo di tempo.

L’arresto di Antonio Capo a Mondragone ha suscitato grande clamore mediatico e ha messo in evidenza la determinazione delle forze dell’ordine nel combattere il crimine organizzato. La sua cattura rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità e dimostra che nessuno è al di sopra della legge.

Ora Antonio Capo dovrà affrontare le conseguenze dei suoi atti e rispondere dei suoi crimini di fronte alla giustizia. Sarà interessante seguire l’evolversi di questa vicenda e vedere come si svilupperanno gli sviluppi processuali.

In conclusione, la fuga di Antonio Capo dalla comunità per minori venti anni fa è stato un episodio significativo nella sua storia criminale. L’arresto di recente a Mondragone dimostra la determinazione delle forze dell’ordine nel combattere la criminalità organizzata e rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il crimine. Ora spetta alla giustizia fare il suo corso e garantire che Antonio Capo risponda dei suoi atti.

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