Intervento record all’ospedale Monaldi di Napoli

Un eccezionale intervento è stato eseguito all’ospedale Monaldi di Napoli, salvando la vita di un uomo di 80 anni affetto da una grave malattia dell’aorta. L’uomo è stato portato al pronto soccorso del Presidio Ospedaliero dopo un malore che ha subito rivelato una condizione clinica grave. Dai primi accertamenti sono emersi un voluminoso aneurisma dell’aorta addominale sovrarenale, una trombosi parziale dell’aorta addominale e una trombosi totale del tripode celiaco e della mesenterica inferiore, due vasi che forniscono sangue agli organi addominali.

A causa della gravità della situazione, il paziente è stato trasferito d’urgenza all’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare del Monaldi. Successivamente è stata effettuata una angiotac total body che ha rivelato la presenza di un voluminoso pseudoaneurisma dell’arco aortico. Questa patologia si verifica quando la parete aortica si rompe e può causare la rottura definitiva, con gravi conseguenze per la vita del paziente. Nonostante l’alto rischio, Carlo è stato sottoposto a un intervento tempestivo.

La tecnica tradizionale prevede che il paziente venga sottoposto a circolazione extracorporea, con il cuore fermato e il corpo portato a una temperatura di 26 gradi centigradi, fermando completamente la circolazione sanguigna e affidando alla cosiddetta “ibernazione” la protezione degli organi, inclusi il cervello. Tuttavia, l’operazione all’avanguardia è stata realizzata per la prima volta nella Cardiochirurgia del Monaldi e ha avuto successo. Il decorso post-operatorio è stato regolare, senza complicazioni particolari per il paziente.

“Data l’età e le sue gravi comorbilità, per rendere accettabile il rischio chirurgico è stato eseguito un trattamento dell’arco aortico con una tecnica innovativa di perfusione sistemica attraverso la macchina cuore-polmoni. Questa tecnica ci ha permesso di trattare con una protesi ibrida prefabbricata l’intera aorta senza ricorrere all’ibernazione e all’arresto cardiocircolatorio, che avrebbe messo seriamente a rischio la vita del paziente”, spiega la professoressa Maria De Fero, direttrice della UOC di Cardiochirurgia generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, che ha eseguito l’intervento con il supporto operativo del dottor Ciro Bancone.

“Attualmente, questa tecnica rappresenta il primo intervento di trattamento di patologia dell’arco aortico con protesi ibrida prefabbricata eseguito in perfusione sistemica continua senza arresto di circolo e senza la necessità di raffreddare eccessivamente il paziente”, continua.

“Queste procedure fanno parte di un’offerta terapeutica avanzata che utilizza le tecniche cardiochirurgiche più innovative, endovascolari o ibride, impiegando, quando possibile, approcci minimamente invasivi per il trattamento di tutte le patologie cardiovascolari”, conclude Anna Iervolino, direttrice generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

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