Scontri tra tifosi della Nocerina e del Brindisi, richiesta di messa alla prova per 6 ultras rossoneri. Durante l’ultima udienza del processo che vede sotto giudizio 14 imputati, i difensori hanno chiesto che questi tifosi svolgano lavori di pubblica utilità per estinguere il reato. Anche per alcuni dei 8 imputati della tifoseria pugliese è stata avanzata la stessa richiesta. Nel frattempo, il tribunale ha revocato le misure personali a tutti i tifosi, tra obblighi di dimora e di firma alla polizia giudiziaria. Tra gli avvocati difensori ci sono Francesco Vicidomini e Lorenzo Contucci. I fatti risalgono al 16 ottobre scorso, a Nocera Superiore, con reati che vanno dalla rissa al possesso di oggetti utilizzati come armi. L’inchiesta ha individuato parte di un gruppo di tifosi che ha seminato il panico lungo via Portaromana/Grotti, poco distante dallo stadio S. Francesco. La maggior parte dei presenti agiva a volto coperto. Secondo le ricostruzioni, la carovana dei tifosi ospiti, con veicoli propri, ha eluso i controlli per la loro scorta finendo per percorrere strade alternative. Il cambio di itinerario ha portato la tifoseria pugliese a Nocera Superiore. Contemporaneamente, i tifosi della Nocerina, venuti a conoscenza che i tifosi del Brindisi si trovassero in zona, si sono organizzati per muoversi in gruppo e intercettarli. Lo scontro tra le due fazioni è avvenuto a pochi chilometri dallo stadio e le indagini si sono servite di immagini di telecamere presenti in strada. Diversi video diffusi sui social mostrano gli scontri. Molti cittadini si sono rifugiati in casa, con porte e finestre chiuse, per evitare di essere aggrediti durante il passaggio degli ultras. I supporter del Brindisi sono finiti lungo le strade interne di Nocera Superiore, scatenando una caccia all’uomo armati di pietre e tubi di plastica, alla quale gli ultras della Nocerina hanno risposto una volta raggiunta la zona. Tre auto e un pulmino a nove posti sono state danneggiate.