I carabinieri della Compagnia di Caserta stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di alcune persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di anziani. L’ordinanza è stata emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura sammaritana. Sono state contestate più di 30 truffe ai danni di anziani, per un volume d’affari di circa 200mila euro.

Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, sono state arrestate 10 persone dai carabinieri della compagnia di Caserta. L’ordinanza del gip del Tribunale sammaritano prevede la custodia cautelare in carcere per 2 indagati e gli arresti domiciliari per gli altri 8. Tutti i destinatari dell’ordinanza sono residenti a Napoli.

Durante le indagini sono state accertate oltre 50 truffe ai danni di persone vulnerabili, avvenute principalmente in Campania e nel basso Lazio. I responsabili hanno guadagnato un profitto totale di oltre 100mila euro in denaro contante, oltre al valore di numerosi monili e oggetti in oro consegnati dalle vittime quando non avevano la disponibilità di denaro richiesta.

Nel corso delle indagini, sono stati arrestati in flagranza 6 membri del gruppo criminale e altri 2 sono stati denunciati. È stata ricostruita la tecnica utilizzata dai truffatori, alcuni dei quali si occupavano di individuare le zone in cui operare, selezionare le vittime, fornire gli apparecchi telefonici e i veicoli utilizzati per commettere le truffe. Altri, invece, erano gli esecutori materiali.

Il sistema di raggiro utilizzato dal gruppo criminale consisteva nel contattare telefonicamente le vittime fingendo di essere un parente in grave stato di necessità, al fine di convincere la persona anziana a consegnare una somma di denaro. Una volta che la vittima aveva abboccato, entravano in azione gli esecutori materiali, che si presentavano a casa e prelevavano la somma richiesta o, in mancanza di contanti, gioielli e monili in oro.

I proventi dei reati venivano poi consegnati dai membri esecutori ai capi e agli organizzatori del gruppo criminale, che appartenevano allo stesso nucleo familiare.

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