Truffe agli anziani: sgominata banda di truffatori a Napoli
Una banda di truffatori con base a Napoli è stata smantellata dalle indagini dei carabinieri di Caserta, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il gruppo prendeva di mira gli anziani tra Campania e basso Lazio, individuando soprattutto coloro che avevano dei nipoti. I truffatori agivano in due, uno contattava telefonicamente la vittima prescelta, utilizzando lo stratagemma del pacco per il nipote da consegnare a casa. Nel frattempo, il complice si presentava alla casa dell’anziana e si faceva pagare in soldi, gioielli, fedi e buoni postali, consegnando un pacco vuoto. Sono state registrate oltre 50 truffe consumate o tentate.
I membri della banda si riunivano ogni mattina in una piazza centrale di Napoli, nella zona dei tribunali. I capi del gruppo impartivano le indicazioni sulle vittime e consegnavano agli esecutori le chiavi dell’auto a noleggio e cellulari usa e getta. Inoltre, per evitare che chi commetteva la truffa si tenesse parte del bottino, i due fratelli fornivano agli esecutori uno smartphone con cui fotografare i gioielli rubati, per confrontarli successivamente a Napoli. Le vittime, spinte dall’amore per i nipoti, consegnavano ai truffatori non solo soldi, ma anche gioielli e fedi nuziali.
Tra le vittime della banda vi erano anche anziane che si privavano delle fedi dei mariti defunti, credendo di aiutare i nipoti. L’indagine è iniziata nel 2021 grazie alle modalità investigative predisposte nel 2017 dall’ex procuratore aggiunto Antonio D’Amato. Ai membri della banda, tutti residenti nel napoletano, sono contestati 54 capi di imputazione, tra cui l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa agli anziani.
I capi dell’organizzazione erano i fratelli Antonio e Gennaro Francescone, di 34 e 32 anni, rispettivamente. Entrambi sono stati colpiti dalla misura cautelare in carcere, mentre il padre Gabriele Francescone, di 56 anni, è agli arresti domiciliari. Il provento dell’attività illecita ammonta a 106.000 euro in contanti, oltre a monili e preziosi. Le somme sono state sequestrate e, in un caso, è stato impedito il riscatto di buoni fruttiferi postali del valore di 25.000 euro grazie all’intervento tempestivo dei carabinieri.