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S. M. Maddalena di Marsiglia
Cronaca
«Sei fidanzata e troppo occidentale». Amina picchiata dai familiari marocchini: la giovane in fuga dal Salernitano per rifarsi una vita
Nonostante sia cittadina italiana e conosca bene la costituzione italiana, Amina si trova ad affrontare pesanti insulti, minacce e violenze fisiche da parte della sua famiglia a causa del suo fidanzamento con un compagno di scuola.
Amina è una ragazza di 18 anni nata a Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, da una famiglia marocchina. Nonostante sia cittadina italiana e conosca bene la costituzione italiana, Amina si trova ad affrontare pesanti insulti, minacce e violenze fisiche da parte della sua famiglia a causa del suo fidanzamento con un compagno di scuola. Questo ha trasformato la sua vita in un incubo, impedendole di vivere liberamente e mettendo a rischio i suoi sogni, le sue ambizioni e il suo amore per il ragazzo.
«Mia sorella – racconta al quotidiano “Il Mattino” – ha iniziato a picchiarmi in faccia e a tirarmi per i capelli portandomi a terra. Io riuscivo solo a piangere non riuscivo a difendermi. Non volevo farlo. I colpi aumentavano di forza e frequenza ma non riuscivo a sentire dolore. Le parole mi colpirono più forte dei pugni che ricevevo in continuazione. Sentivo solo: Invece di pensare alla scuola pensi a fare la poco di buono in giro, non sei più la brava ragazza che conoscevamo, perché non sei morta con nostro padre otto anni fa, ora ti odiamo tutti e per noi sei morta».
«Mia sorella mi continuava a ripetere che se fosse stata in me si sarebbe suicidata dopo quella vergogna. Hanno preso tutti i miei vestiti aderenti e corti e li hanno strappati e bruciati. Mia madre non riusciva più a guardarmi e a tenermi la mano. Io continuavo a ripetere che ero sempre sua figlia ma lei non mi rispondeva».
Amina ha resistito fino all’esame di maturità, per cui ha ottenuto 100 e lode, poi ha deciso di allontanarsi perché i suoi familiari «avevano in mente di portarmi dal dottore per controllare se fossi ancora vergine. Se non fossi stata vergine avrebbero subito riparato l’errore che avevo commesso facendomi sposare qualcuno all’istante. Non erano minacce al vento, sapevo che non erano mai stati più seri di così».
Il giorno della prova orale è stata aiutata dagli assistenti sociali che l’hanno condotta in una struttura dove però Amina non è riuscita ad ambientarsi e da cui, essendo ormai maggiorenne, ha deciso di andare via. La giovane ha anche organizzato una raccolta fondi su GoFundMe per poter andare a vivere da sola e mantenersi agli studi, allontanandosi così dalla sua famiglia che non tollera il suo voler “essere occidentale”.
«Ora sono da sola con pochi soldi e devo pensare al mio futuro. Ho intenzione di proseguire i miei sogni per diventare dottoressa iscrivendomi alla facoltà di Medicina. Non nego di aver bisogno di aiuto e che da sola non ce la potrei mai fare- spiega -.Ammetterlo è già di per sé coraggioso. Questi fondi verranno utilizzati per la mia istruzione, insieme a quelli che accumulerò da sola lavorando senza studiare fino al prossimo anno, ed insieme ad eventuali bonus, in modo che possa diventare ciò che avevo promesso a mio padre da piccola. Farò di tutto per mantenere la promessa. Ho già ottenuto la mia libertà ma per poter essere esercitata ho bisogno di avere la mia indipendenza economica».
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