La famiglia della bambina ferita durante l’agguato a Sant’Anastasia ha rifiutato un’offerta di risarcimento di 5 mila euro da parte della famiglia del 17enne coinvolto nella sparatoria. L’offerta è stata considerata ridicola e respinta. Quella sera la bambina stava mangiando un gelato con i suoi genitori quando una moto con a bordo due ragazzi ha sparato indiscriminatamente verso un bar da cui erano stati cacciati poco prima. I proiettili hanno colpito tutti e tre i membri della famiglia, ma la bambina è stata colpita alla testa. Sono stati arrestati sia il 17enne che un 19enne legati al clan D’Avino per quell’agguato.
Il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli e la portavoce territoriale di Europa Vede, Ines Barone, hanno elogiato la famiglia della bambina per aver rifiutato l’offerta di risarcimento, definendola ridicola. I genitori della bambina chiedono giustizia, che non può essere valutata solo in 5 mila euro, ma attraverso condanne esemplari. Anche la comunità ha dimostrato che il muro dell’omertà può essere abbattuto. Per questi piccoli criminali e le loro famiglie, la vita umana non ha alcun valore, come hanno dimostrato ancora una volta.
Troppo spesso abbiamo visto assassini e criminali che rischiano di uccidere innocenti ottenere pene troppo lievi rispetto ai loro crimini. Ci aspettiamo un cambiamento di tendenza in questo caso.

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