I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli hanno svolto delle indagini che hanno portato al sequestro di migliaia di reperti archeologici provenienti da scavi clandestini nella provincia di Caserta. Questi reperti avrebbero generato un giro di affari di circa 3 milioni di euro nel mercato dei beni archeologici. Durante le perquisizioni, sono stati trovati 95 vasi antichi di inestimabile valore, 20 reperti archeologici in marmo e 300 reperti di varia natura come vetri e bronzi. I beni sequestrati risalgono all’VIII secolo a.C. fino al II secolo d.C. Sono state trovate anche oltre 1700 monete archeologiche, alcune in oro e argento, che sul mercato illecito avrebbero un valore di circa 70-80 mila euro ciascuna. Sono stati sequestrati anche strumenti da scavo e 15 metal detector. Numerose persone sono state denunciate per i reati di ricettazione e furto di beni culturali. Inoltre, sono stati arrestati due soggetti sorpresi ad effettuare scavi in una necropoli e un terzo soggetto è stato arrestato al confine con la Svizzera per il reato di esportazione illecita di beni culturali. Quest’ultimo è stato trovato in possesso di un ingente quantitativo di monete archeologiche destinato al mercato estero tramite canali di ricettazione. Questo è il primo arresto in flagranza per questo reato. Sempre nelle stesse indagini, è stato arrestato il Soprintendente per le Province di Caserta e Benevento per il reato di ricettazione di beni culturali. Sono stati recuperati oltre 700 reperti archeologici, oltre 300 beni bibliografici e archivistici, alcuni dipinti e oltre 50 beni artistici in avorio, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. I Carabinieri precisano che i destinatari dei provvedimenti cautelari sono da considerarsi presunti innocenti fino a sentenza definitiva e che le misure precautelari sono state adottate senza contraddittorio con le parti e le difese.

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