Svolta nelle indagini sull’omicidio di Gelsomina Verde, vittima innocente della camorra uccisa a 22 anni il 21 novembre 2004. La Polizia di Stato, su delega della Dda di Napoli, ha eseguito un’ordinanza di custodia in carcere emessa dal gip di Napoli a carico di Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, detto “ò Vichingo”, gravemente indiziati dell’omicidio con l’aggravante della premeditazione e del metodo mafioso in quanto commesso allo scopo di avvantaggiare il clan Di Lauro.
L’omicidio di Gelsomina Verde, avvenuto il 21 novembre 2004, è stato compiuto nel corso della nota faida del 2004-2005 tra il clan Di Lauro e gli scissionisti Amato-Pagano, che ha interessato i quartieri di Secondigliano e Scampia a Napoli e i comuni di Melito, Mugnano, Casavatore e Arzano. L’omicidio colpì notevolmente l’opinione pubblica sia per le efferate modalità di esecuzione, in quanto la vittima fu uccisa con colpi d’arma da fuoco alla testa e poi bruciata all’interno di un’auto, sia per l’estraneità della ragazza agli ambienti criminali. La ragazza fu uccisa perché legata sentimentalmente a Gennaro Notturno, detto “o Saracino”, esponente di spicco degli “Scissionisti”.
Per lo stesso omicidio sono stati già condannati Pietro Esposito, che aveva condotto la giovane all’appuntamento con i suoi assassini, e Ugo De Lucia, ideatore e partecipe all’esecuzione materiale dell’agguato in qualità di responsabile di uno dei gruppi di fuoco attivi durante la faida per conto dei Di Lauro. Le indagini della Squadra Mobile di Napoli, riavviate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli nel 2020 grazie alle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di acquisire elementi nei confronti di De Lucia e Rinaldi come coloro che hanno sequestrato e assassinato la vittima. Pasquale Rinaldi è stato rintracciato nella sua abitazione a Castel Volturno; mentre Luigi De Lucia è stato arrestato a Massa Carrara, dove era già agli arresti domiciliari per altro.
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