In molti luoghi incantevoli della bellissima Europa stiamo assistendo da settimane a incendi disastrosi che stanno distruggendo aree di grande valore del patrimonio naturale dei paesi comunitari (basta guardare quello che sta ancora accadendo in Grecia) e, allo stesso tempo, compromettendo la capacità di accoglienza di molte località famose, a causa dell’evacuazione di intere zone, abitazioni e, talvolta, strutture ricettive per garantire la sicurezza pubblica.

Anche in Italia non sono mancati episodi simili: gli ultimi sono stati quelli in Sicilia, Calabria, Sardegna, Puglia e Abruzzo, in un momento in cui finalmente la stagione turistica sembrava entrare nel vivo di una provvidenziale ripresa.

E anche se la Campania, almeno fino a questo momento, sembra essere stata risparmiata da una spiacevole ricorrenza che l’ha colpita puntualmente ogni anno, sembrerebbe opportuno utilizzare il principio della prevenzione che, storicamente, viene considerato migliore di quello curativo. Intendo dire che, seguendo quanto sta già accadendo in altre regioni, la Campania dovrebbe predisporre immediatamente, in collaborazione con la Protezione Civile Nazionale, un’intensificazione adeguata dei controlli e delle attività preventive in tutte le zone sensibili al rischio di incendi, sia di origine dolosa che spontanea.

Mi rendo conto che in questi ultimi giorni di luglio qualsiasi argomento che non riguardi i controlli delle dotazioni di bordo in barca, delle provviste, dei bagagli, dei biglietti di viaggio, delle prenotazioni, del tagliando auto pre-partenza e di tutto ciò che serve per fare vacanza viene considerato un tabù. Tuttavia, credo che proprio dalla nostra isola, che ogni anno ad agosto deve affrontare la presenza di incendi anche di grandi proporzioni sulle pendici dell’Epomeo e sulle colline circostanti, dovrebbe partire una richiesta precisa da parte delle sei amministrazioni in carica, affinché il governatore campano e gli assessori competenti dedichino la giusta attenzione a tutto ciò che è necessario per evitare che al danno enorme derivante dalla frana di novembre si aggiunga la beffa di un macabro rituale infernale che distrugga ancora una volta una parte preziosissima del nostro territorio.

Non preoccupatevi, cari sindaci: non rivendicherò mai il merito di avervi spronato. Ma, per una volta, mettiamoci al lavoro per primi!

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