Napoli, una delle città più avanzate d’Europa dal punto di vista tecnologico, non ha mai lesinato sui mezzi di trasporto. Uno dei mezzi più famosi era ‘O Sciaraballo, reso celebre anche da una canzone di Mario Merola. Si trattava di un mezzo di trasporto pubblico utilizzato per spostarsi dal centro città alle zone più lontane. La parola “Sciaraballo” probabilmente deriva dal termine francese “Char-à-bancs”, che significa letteralmente “carro con panche in legno trainate da animali”. Questi mezzi di trasporto erano solitamente utilizzati dai popolani e dai contadini provenienti dai villaggi. Gli Sciaraballi erano anche chiamati “E Cafuniere” perché erano sempre pieni di cafoni e non frequentati dalla borghesia.
La borghesia, infatti, utilizzava mezzi di trasporto diversi, più comodi e lussuosi rispetto ai primi. Per i percorsi brevi c’era “o Rirote”, ovvero il Calesse, mentre per gli spostamenti lunghi si utilizzava “A Diligenza”, la carrozza. Queste ultime avevano sedili imbottiti di lana o piume ed erano gestite da privati.
Solo successivamente, quando le carrozze divennero pubbliche, furono chiamate “Omnibus”, dal latino “trasporto per tutti”. L’Omnibus divenne poi semplicemente Bus.
‘O Sciaraballo, ‘o Rirote e ‘a Diligenza sparirono definitivamente quando, nel 1910, a Napoli comparvero per la prima volta i Tram, i Filobus e gli Autobus, mezzi di trasporto non più trainati da animali.