Alessandro Moniello, un meccanico di 50 anni, e suo figlio Roberto, di 29 anni, dovranno presentarsi davanti al giudice Daniela Vecchiarelli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il prossimo 29 settembre per l’udienza preliminare che potrebbe mandarli a processo per l’omicidio di Luigi Izzo, il barbiere ucciso sul litorale domizio lo scorso novembre. La richiesta per padre e figlio, entrambi detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, è stata avanzata dalla Procura della Repubblica, rappresentata dal pubblico ministero Annalisa Imparato. Si tratta di un delitto assurdo, motivato da una rabbia ingiustificata. Il padre è accusato di omicidio volontario, mentre il figlio dovrà rispondere dell’accusa di concorso in omicidio con l’aggravante dei futili motivi.

Secondo il racconto dei testimoni, quella notte di sabato dello scorso novembre, Luigi, 38 anni, era uscito di corsa dal suo appartamento per recarsi al Caffè 2.0 perché alcuni amici lo avevano avvertito di una rissa tra suo fratello Orlando, 34 anni, e Roberto Moniello. Arrivato sul posto, Luigi aveva trovato Roberto molto arrabbiato perché suo fratello aveva rotto i suoi occhiali da vista. Luigi aveva cercato di tranquillizzare Roberto, promettendogli di ricomprare gli occhiali. Quella sera al bar c’erano anche sua moglie Federica Sautto e sua suocera, che avevano assistito alla scena mentre il barbiere cercava di calmare gli animi. Le donne avevano consigliato a Luigi di non uscire, ma lui voleva assicurarsi di cosa stesse accadendo a suo fratello. Dopo aver accompagnato Orlando a casa dei genitori, Luigi era tornato a casa con la sua famiglia, ma poi era uscito nuovamente, forse perché chiamato al telefono da Roberto, ancora arrabbiato. Purtroppo, quell’uscita dal cancello segnò la sua condanna a morte.

Davanti a lui comparve suo padre Alessandro, che scese appena dalla sua Fiat Punto verde con un coltello in mano. Il barbiere chiese loro cosa volessero da lui, ma un minuto dopo era a terra dissanguato. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Mondragone, la vittima avrebbe cercato di fuggire, ma Alessandro Moniello l’avrebbe rincorso pugnalandolo alle spalle con almeno 6 coltellate, colpendolo anche su un fianco. Le auto lungo la strada erano sporche di sangue, segno che Luigi aveva cercato di alzarsi da terra. La Procura sammaritana aveva concluso le indagini nei mesi scorsi, e a fine settembre il giudice dell’udienza preliminare deciderà se rinviare i Moniello a giudizio. Il barbiere era molto conosciuto e amato nella cittadina di Castel Volturno: per i suoi funerali, il sindaco Luigi Petrella dichiarò il lutto cittadino e il delitto fu oggetto di un Comitato per la sicurezza in Prefettura.

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