La Guardia di Finanza sta intensificando i controlli fiscali nel mondo degli influencer. Spesso, queste star del web ottengono guadagni in nero, sfuggendo così all’imposizione fiscale. Utilizzando diversi escamotage, gli influencer riescono a evitare che il loro flusso di denaro venga tassato. Ad esempio, dopo aver ricevuto prodotti omaggio dalle aziende, alcuni influencer decidono di venderli ai propri follower, che pagano con PayPal. Lo stesso strumento viene utilizzato dai brand per remunerare le celebrità dei social network, sotto forma di “donazione”. Tuttavia, questi pagamenti digitali non lasciano traccia.
Fare l’influencer, lo youtuber, il tiktoker o il sex worker non è più solo un passatempo, ma un vero e proprio mestiere, redditizio e ambito tra i giovani. Tuttavia, coloro che guadagnano pubblicizzando prodotti commerciali sui social network o incassando una percentuale dalle piattaforme web, spesso si dimenticano che questi introiti devono essere dichiarati al Fisco e tassati. Infatti, questa attività può essere classificata come un lavoro autonomo di tipo artistico professionale. La stessa cosa vale per coloro che decidono di pubblicare su OnlyFans foto e video hard, rendendoli accessibili agli utenti dietro pagamento. Ma per molti ragazzi, questa è solo un modo per “fare soldi facili”, spesso in nero.
Anche se i bonifici provengono dall’estero, secondo il principio “worldwide taxation principle”, i redditi prodotti da parte dei contribuenti fiscalmente residenti in Italia devono essere tassati anche in Italia. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i compensi che le celebrità percepiscono per le sessioni di photoshooting sono redditi di lavoro autonomo. La Francia è stata il primo Paese a cercare di regolamentare il mondo degli influencer, al fine di tutelare i consumatori, disciplinare la concorrenza e monitorare i proventi. Riconoscere giuridicamente questa professione permetterebbe di rendere controllabili tutte le operazioni che attualmente sfuggono al Fisco. Anche l’Agcom chiede una regolamentazione simile per motivi diversi. Gli influencer, infatti, svolgono un’attività simile a quella dei fornitori di servizi di media audiovisivi e devono rispettare le misure previste dal Testo Unico.
Un anno fa, tre influencer sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza come evasori totali. Avevano guadagnato almeno 400 mila euro tra il 2020 e il 2021, senza mai dichiarare queste entrate. Ricevevano una parte dei compensi dalle sedi amministrative estere dei social e un’altra parte dai propri follower attraverso ricariche di carte Postepay, per l’acquisto di vari contenuti. In particolare, uno degli influencer aveva guadagnato oltre 150 mila euro, che non aveva mai dichiarato al Fisco per non perdere il reddito di cittadinanza, che aveva incassato nella misura di 16 mila euro.