Il porto di Lacco Ameno è al centro di una storia di fallimento politico amministrativo da parte del comune, che sta causando danni collaterali prevedibili. Quando si cerca di agire con arroganza nei confronti degli interessi pubblici, è facile ritrovarsi con le mani vuote e subire danni. In questa situazione, i primi a subire le conseguenze delle azioni del comune sono il presidente del consiglio comunale, Dante De Luise. Chiariamo subito che Dante è una brava persona e, come dice il Barone, un politico promettente, ma in questa situazione sta pagando per le azioni poco chiare e poco rispettose dei cittadini compiute dal comune. Questo episodio dovrebbe far riflettere Dante, soprannominato “voto 435”, e portarlo a interrogarsi sulla politica che sta sostenendo. Quella della correttezza o quella dei due pesi e due misure? Saranno i lettori di oggi e gli elettori di domani a giudicare.

Nel frattempo, per quanto riguarda la famosa vicenda della casa dei nonni di Dante, il comune di Lacco Ameno e la Regione Campania hanno subito un’altra sconfitta contro Caterina Ciannelli, la vicina di casa dei Rocchi, che chiede la demolizione degli abusi commessi dai parenti del presidente del consiglio. La recente sentenza del presidente Scudeller è un’altra figuraccia per il comune di Lacco Ameno. Ma prima di analizzarla nel dettaglio, è importante collegarla alla storia dell’EVI e del porto di Lacco Ameno.

Come molti sanno, il comune di Lacco Ameno ha forzato la mano affinché l’EVI tenesse il porto di Lacco Ameno senza acqua. Questa forzatura ha ottenuto il consenso del tribunale di Ischia, nelle parole del giudice Pastore Alinante, ma oggi si sta ritorcendo contro molti cittadini. Questa volta Perrella non c’entra. È Caterina Ciannelli che chiama in causa l’EVI e chiede all’organizzazione di rispettare le regole che ha usato contro Perrella. L’atto di diffida, firmato dall’avvocato Alessandro Barbieri, è solo il primo passo verso un muro che presto cadrà sulla testa del liquidatore Condurro e dei sindaci dell’isola, quando le denunce diventeranno molteplici e ci saranno processi e molto altro.

Caterina Ciannelli, proprietaria del Palazzo Ciannelli, ha denunciato gli abusi commessi dai Rocchi e Calise, che sono stati oggetto di numerose ordinanze di demolizione. Secondo la normativa vigente, gli immobili oggetto di ordinanza di demolizione diventano di diritto di proprietà comunale quando viene accertata l’inottemperanza all’ordine di demolizione. Pertanto, l’EVI ha l’obbligo giuridico di recedere dal contratto di fornitura idrica per questi immobili detenuti senza titolo legittimo. Caterina Ciannelli invita quindi l’EVI a procedere al distacco della fornitura idrica e alla rimozione dei contatori per gli immobili intestati ai Rocchi e Calise. Questo obbligo giuridico è sanzionabile penalmente.

Inoltre, Caterina Ciannelli sollecita il Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, il dott. Ciro Migliaccio, a verificare l’adempimento di tali obblighi e la presenza di eventuali cause di incompatibilità o conflitti di interesse da parte del dipendente della società pubblica Rocchi.

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