Un detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere, sabato scorso, stava per essere ricoverato in ospedale ma probabilmente era in atto un tentativo di farlo evadere. L’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha però scongiurato l’evasione. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, ed è il segretario generale Donato Capece, a ricostruire l’accaduto.

Secondo Capece, il personale di Polizia Penitenziaria stava accompagnando un detenuto ventenne, di origini marocchine ma naturalizzato italiano, al pronto soccorso per un ricovero urgente. Durante il tragitto, la scorta si è accorta che l’autoambulanza veniva circondata da un gruppo di 10/15 persone che aspettavano il detenuto. Preoccupati per la sicurezza pubblica, il capo scorta ha deciso di far rientrare immediatamente il detenuto in carcere.

Secondo Capece, sembra che il detenuto abbia simulato un malessere e dichiarato di aver ingerito candeggina per poter uscire dall’istituto. È probabile che l’uscita del detenuto fosse stata comunicata a parenti, amici o persone malintenzionate tramite un cellulare in possesso di altri detenuti. Sono in corso accertamenti in merito a questa questione.

Questo episodio è emblematico dei rischi derivanti dai ricoveri “a vista” e dall’uso illecito dei cellulari all’interno delle carceri. Capece plaude al personale di Polizia Penitenziaria che ha evitato il compimento di un grave evento con estrema professionalità. Tuttavia, sottolinea le difficoltà quotidiane con cui si confrontano le unità di Polizia Penitenziaria, come la mancanza di personale, la scarsa retribuzione, la mancanza di formazione e aggiornamento professionale e i mezzi di trasporto inadeguati per i detenuti.

Capece ritiene che sia necessario rivedere il sistema sanitario e ridurre la facilità con cui i detenuti vengono inviati alle strutture sanitarie pubbliche. Secondo lui, ci sono troppi casi di invio in codice rosso che poi vengono considerati non urgenti. In conclusione, Capece invita a migliorare le condizioni di lavoro del personale penitenziario e a rivedere il sistema sanitario per garantire la sicurezza all’interno delle carceri.

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