Dodici perquisizioni sono state eseguite in diverse città tra Formia, Gaeta e Minturno, con tre pentiti e tre indagati collegati alla punizione dei Bidognetti nei confronti dei Bardellino, secondo la Dda di Roma. La vittima di un tentato omicidio avvenuto a febbraio è Gustavo Bardellino, attacco avvenuto presso l’autosalone Buonerba a Formia, di cui Gustavo è anche socio. Gli indagati per il tentato omicidio sono un costruttore originario dell’agro aversano ma residente a Formia, Luigi Diana, 47 anni, e Giovanni Lubello, ex marito di Katia Bidognetti, figlia di Francesco “Cicciotto ‘mezanotte”. Vito Iacopino, proprietario di una villa a Formia, è indagato per favoreggiamento in quanto si ritiene che il bunker trovato nella sua proprietà sia stato il nascondiglio di Antonio Bardellino, il cui caso di morte in Brasile nel 1988 è stato riaperto sulla base di un’intercettazione telefonica. La Dda di Roma ritiene che questa azione sia stata compiuta per agevolare il clan dei Casalesi, anche dal punto di vista economico. Dai risultati delle indagini emerge anche la collaborazione dei pentiti Vincenzo D’Angelo, Giuseppe Basco e Antonio Lanza. Secondo D’Angelo, la figura di rilievo nella struttura dei Bardellino è il figlio di Ernesto, Calisto, che avrebbe dovuto vendicare la sua famiglia per riaffermare il suo potere. Tuttavia, secondo Katia Bidognetti, i Bardellino potevano agire come un clan autonomo nel basso Lazio senza disturbare gli Schiavone. D’Angelo indica Lubello come l’unico che conosceva l’ingresso posteriore dell’autosalone. Il caso Bardellino coinvolge anche la Procura di Napoli e la Dna, che stanno indagando su un certificato di nascita presentato nel 2003 all’anagrafe di Formia dalla moglie del capoclan scomparso, acquisito da un finanziere deceduto. Il documento riguarda la nascita di una bambina figlia della donna e di un uomo che sembra non esistere, chiamato Marco Bardellino Diana. È importante sottolineare che secondo la sentenza Spartacus, Bardellino è stato ucciso da Mario Iovine, a sua volta ucciso in Portogallo. Nel 2018, una sentenza del tribunale civile di Napoli Nord ha dichiarato la morte presunta del boss su richiesta dei familiari. Si ipotizza che Bardellino sia fuggito nelle Americhe. Secondo alcuni studiosi di camorra, se fosse ancora vivo, la situazione criminale sarebbe molto diversa da quella attuale.