Le motivazioni della sentenza che ha assolto il dottore Carlo Mazza sono state pubblicate. Mazza era uno dei medici che aveva in cura Carlo Vitolo, un uomo di 40 anni di Agropoli deceduto durante il suo ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Sant’Arsenio. Secondo le accuse, Vitolo è morto a causa di un’overdose di farmaci. Gli avvocati della famiglia hanno sostenuto che al 40enne sono stati somministrati farmaci in dosi molto superiori a quelle terapeutiche, addirittura 20 volte superiori per uno di essi.

Inizialmente, 16 persone sono state indagate per questo caso, tra cui 4 medici e 12 infermieri dell’ospedale. La Procura della Repubblica ha ipotizzato l’omicidio colposo in concorso come reato. Mazza è stato assolto lo scorso giugno e ora sono state pubblicate le motivazioni della sentenza, che hanno un significato importante per la famiglia.

Nonostante non riconosca colpevoli, il giudice Filippo Lombardi ha evidenziato la possibile correlazione tra la morte di Vitolo e l’overdose di farmaci: “l’unico dato certo è che i principi attivi erano presenti nei campioni biologici prelevati dopo la morte in una dose superiore a quella terapeutica, con impossibilità di indicare il grado di discostamento e il loro valore reale”, si legge nella sentenza.

Il magistrato specifica che “si ritiene che la morte sia causata dall’overdose; questa è la condizione più plausibile in assenza di fattori alternativi che ragionevolmente possano aver causato la morte, come precondizioni patologiche e problemi legati alla capacità di metabolizzare i farmaci”. Inoltre, non ci sarebbero spiegazioni alternative razionali.

In sostanza, la sentenza sembra attribuire una responsabilità all’intera struttura sanitaria, ma non ci sono elementi sufficienti per condannare un singolo medico.

“La sentenza afferma chiaramente che Carlo era sano (cioè senza altre patologie), quindi ‘non è morto durante il ricovero ma purtroppo è morto a causa del ricovero'”, spiega Francesco Barone, insieme all’avvocato Lo Schiavo, legale della famiglia di Carlo Vitolo nel procedimento contro l’Asl.

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