“Analisi in corso sull’incidenza dello skipper sulla capacità” – “Lo skipper è stato sottoposto ad analisi dell’alcol nel sangue e delle tossine. I risultati sono stati posti sotto l’esame di un consulente della Procura in quanto i dati non sono necessariamente significativi e occorre verificare l’impatto dei risultati sulla capacità del soggetto”, ha aggiunto Borrelli. “Ascoltati tutti i testimoni, incluso il marito della vittima” – “Finora, gli investigatori hanno concentrato la loro attenzione sull’ascolto delle persone coinvolte o presenti. È stato sentito il marito della vittima, che è ricoverato in ospedale, ovviamente la testimonianza dovrà essere ripetuta perché raccolta in un momento particolare”, ha continuato il procuratore capo di Salerno. Il marito della vittima: “Era sempre al telefono” – Secondo quanto riportato dal Messaggero, il marito della vittima, Mike White, ha raccontato ai soccorritori che lo skipper “stava sempre al telefono”. I figli della vittima sono in hotel con il nonno – “I bambini sono in albergo perché il nonno è arrivato in Italia. Era stata offerta anche l’ospitalità in una casa famiglia, ma sono state concordate con il padre le modalità di custodia dei due bambini”, ha dichiarato il procuratore Borrelli parlando dei due figli minorenni – una ragazza di 12 anni e un bambino di 8 anni – della coppia di turisti americani. Il comandante del Tortuga: “È stata una manovra suicida” – “Ho visto questa imbarcazione venire dritta verso di noi, ho virato, ho spento i motori, ho provato a retrocedere. Ma l’impatto è stato inevitabile. Subito dopo ho visto che in mare c’erano la mamma e la figlia, entrambe cadute a causa della collisione. Abbiamo lanciato dei salvagenti, i miei marinai si sono tuffati in acqua, hanno aiutato la piccola e la donna che aveva il viso immerso nell’acqua: era incosciente ma viva. A bordo avevamo dei medici, ma i soccorsi sono arrivati subito e hanno recuperato la madre, la bambina è risalita sulla loro barca, ha preso la cima, ha legato il gozzo e poi è andata ad abbracciare il fratellino che piangeva. Piangeva tanto”. È il racconto, riportato dal Mattino, di Tony Gallo, comandante e proprietario del Tortuga. “Lo skipper, come il marito della donna, erano entrambi leggermente feriti. Il ragazzo si teneva la testa tra le mani e gridava: la mia vita è finita, sono finito. E poi mi ha detto: non vi ho visti. Era eccitato. Ho ripercorso mentalmente quei momenti molte volte per cercare delle risposte. Non capisco la manovra: o aveva attivato il pilota automatico che, per un motivo che ignoro, potrebbe essersi disattivato oppure ha perso il controllo perché mi è sembrata una manovra suicida”, ha aggiunto Gallo.

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