Dopo il tragico incidente avvenuto nel mare antistante il Fiordo di Furore, sulla Costiera Amalfitana, in cui ha perso la vita la 45enne statunitense Adrienne Vaughan, il Codacons invita a fare chiarezza sulle responsabilità non solo dei singoli coinvolti, ma anche sulle mancanze a livello di controlli e regolamenti nautici.

Secondo l’Associazione, il problema principale risiede nella mancanza di controlli nelle nostre acque marine, e proprio questa percezione di impunità incoraggia comportamenti pericolosi e violazioni delle norme nautiche. Sono proprio queste violazioni, che puntualmente ogni estate causano tragedie di questo genere.

Il Codacons richiede quindi di verificare quante e quali pattuglie della Guardia Costiera erano presenti nella zona, di capire quali zone sono state controllate e in generale di chiarire come sia possibile che si sia sviluppato un codice nautico informale ed illegale, caratterizzato da alta velocità e movimenti rapidi anche in zone affollate di barche e persone. È proprio questa situazione che può portare a tragici eventi come quello accaduto.

“Abbiamo bisogno di controlli puntuali e costanti nelle nostre acque”, dichiara il presidente Carlo Rienzi. “Da troppo tempo si è diffusa l’idea che il mare italiano sia uno spazio senza regole, dove ognuno può fare ciò che vuole. Le tragedie che si ripetono, però, dimostrano che in questo modo si mette a rischio la sicurezza delle persone”.

È quindi fondamentale affrontare questa problematica e garantire che vengano effettuati controlli adeguati sulle imbarcazioni e che vengano rispettate le norme nautiche. Solo così si potrà garantire la sicurezza di tutti coloro che frequentano il mare italiano e si potranno evitare ulteriori tragedie come quella avvenuta al Fiordo di Furore.

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