La richiesta di pizzo al cantiere “subappalto” ad Aversa in via Giotto ha portato ad un’indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta e coordinata dalla Dda di Napoli. L’obiettivo era comprendere cosa stesse accadendo e, per farlo, l’imprenditore ha chiesto aiuto al suo amico aversano, titolare di un caseificio. Quest’ultimo è riuscito a intercedere con gli estorsori, conducendo una trattativa che ha portato ad un prezzo minore rispetto a quello originariamente richiesto. Infine, sono stati dati due pagamenti a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro per “gli amici di Casale”.

I fermi per estorsione aggravata dal metodo mafioso sono stati eseguiti nei confronti di Nicola Pezzella alias Palummiello, Giuseppe Diana alias o’ciuciaro e Antonio Barbato. Le indagini sono partite dal racconto di una fonte confidenziale che ha fornito informazioni sulla vicenda estorsiva coinvolgente il titolare del caseificio di Aversa. Quest’ultimo, sentito dagli inquirenti, ha raccontato la storia dell’amico di Quarto che ha subito un approccio estorsivo. Il titolare del caseificio è riuscito a individuare gli estorsori e ha organizzato un incontro tra l’amico di Quarto e loro in un bar a Casal di Principe. Successivamente, l’amico ha versato a Nicola Pezzella la somma di 8.000 euro.

L’imprenditore di Quarto, interrogato il 28 luglio scorso, ha riferito alla polizia che nel maggio scorso uno dei suoi collaboratori è stato avvicinato da tre persone sul cantiere in via Giotto ad Aversa. Queste persone hanno detto al ragazzo “dic o mast che si deve mettere a posto”. Dopo aver saputo dell’episodio dal suo operaio, l’imprenditore ha capito di essere vittima di un’estorsione e, non essendo aversano, si è rivolto all’unica persona che conosceva sul territorio per avere maggiori informazioni. Ha quindi chiesto al titolare del caseificio di intercedere con gli estorsori. Tra di loro c’era Nicola Pezzella, una persona di Casal di Principe che era stato recentemente rilasciato dopo un periodo di detenzione e che stava cercando di imporre le sue regole sul territorio. L’amico gli ha organizzato un incontro con gli estorsori al di fuori del cimitero di Casal di Principe e lo ha accompagnato.

Durante l’incontro, l’imprenditore ha incontrato tre persone: la prima, di circa 60 anni, gli ha chiesto il pagamento di 15/20.000 euro per “gli amici di Casale” (Giuseppe Diana); la seconda ha avviato la trattativa per pagare una somma minore di 8.000 euro, sostenendo di essere subappaltatore dei lavori in via Giotto ad Aversa e di aver ottenuto uno sconto di 4.000 euro (Nicola Pezzella); la terza persona, che sembrava essere la più gentile di tutti, era presente all’incontro ma non ha parlato, limitandosi ad ascoltare la conversazione estorsiva (Antonio Barbato). L’imprenditore ha poi consegnato la somma oggetto dell’estorsione in due occasioni, a distanza di 15 giorni l’una dall’altra.

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