“Minacce ai lavoratori: imprenditore rinuncia alla gestione di una spiaggia a Licola Mare”

A Licola Mare, alcuni operai sono stati minacciati mentre stavano scaricando ombrelloni e lettini da un camion per allestire una porzione di spiaggia libera. Le vittime hanno deciso di non denunciare l’accaduto, creando così un muro di paura e omertà. Hanno invece comunicato all’imprenditore che li aveva incaricati del lavoro, il quale ha a sua volta inviato una PEC al sindaco di Pozzuoli, accompagnata da una comunicazione di rinuncia alla gestione della spiaggia. La storia è ancora poco chiara, ma sembra che delle persone abbiano minacciato i lavoratori, tutti extracomunitari tranne l’autista del mezzo, inviati dall’associazione “Terzo Millennio” in collaborazione con l’imprenditore napoletano Vincenzo Calcamucci per la gestione del nuovo stabilimento balneare. L’episodio è avvenuto in un tratto di viale Sibilla assegnato all’associazione mediante bando, che prevede la possibilità di fornire servizi ai bagnanti e noleggiare lettini e ombrelloni in una parte di spiaggia ad accesso libero.

A raccontare la controversa vicenda è lo stesso Calcamucci, il quale spiega che la ditta stava scaricando le attrezzature balneari quando sono arrivate le minacce. Prima è arrivata una persona, poi altre 4-5 con i motorini, che hanno minacciato di bruciare tutto durante la notte se gli operai non se ne fossero andati. I ragazzi si sono spaventati e hanno chiamato l’imprenditore, che si è recato sul posto insieme ai responsabili dell’associazione Terzo Millennio. Hanno quindi deciso di caricare tutto e andarsene. Nei giorni precedenti, durante un sopralluogo, Calcamucci aveva notato delle situazioni strane, come la presenza di parcheggiatori abusivi, ma le minacce non erano mai arrivate. Questa era la prima volta che lavorava a Pozzuoli, ma sapeva che Licola non fosse una bella zona. L’imprenditore spiega che, per fare un’attività quasi benefica, non possono permettersi di rimetterci. Avevano circa 200 lettini e ombrelloni da noleggiare a 2-3 euro e non ne valeva la pena, considerando che l’assegnazione era stata fatta alla fine di luglio.

L’episodio non è stato denunciato alle forze dell’ordine, ma l’unica traccia si trova nella missiva inviata da Calcamucci al sindaco di Pozzuoli, nella quale comunica la rinuncia alla concessione. L’imprenditore spiega di aver rinunciato per evitare di subire una doppia beffa, perdendo sia il materiale che gli sarebbe stato distrutto, sia la concessione stessa. Gli operai non hanno nulla a che fare con l’accaduto, erano tutti stranieri e non capivano la situazione, l’unico italiano era l’autista del camion. Calcamucci precisa che personalmente non ha subito nulla, poiché non era presente sul posto. Ha quindi inviato una PEC spiegando l’impossibilità di aprire e il sindaco lo ha chiamato per ribadire i motivi della loro decisione.

Il sindaco Gigi Manzoni e l’assessore al demanio Giacomo Bandiera hanno consegnato ieri mattina ai carabinieri la PEC inviata da Calcamucci, insieme agli atti della convenzione sottoscritta tra il comune e l’associazione Terzo Millennio per l’affidamento in gestione del tratto di spiaggia libera. Nella PEC, l’imprenditore aveva annunciato la sua indisponibilità ad accettare l’incarico a causa delle minacce e dei taglieggiamenti subiti da parte di persone che ormai si sentono padroni in una zona diventata una vera e propria polveriera.

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