Una lunga battaglia per ottenere giustizia è stata finalmente vinta grazie alla determinazione della vedova, dei tre figli e dell’avvocato Tommaso Castiello, esperto in questo campo. La tesi del primo consulente tecnico è stata smontata anche grazie all’aiuto del professor Massimo Miola.

Saverio Salernitano, nato a Lusciano, ha vissuto un’odissea con un esito tragico e purtroppo prevedibile. Nel lontano 1975, mentre stava svolgendo il servizio militare a Lecco, in Lombardia, è stato coinvolto in un incidente stradale. In seguito a questo incidente, ha subito diverse trasfusioni di sangue per affrontare le gravi ferite riportate.

A distanza di 40 anni, nel 2015, tramite un’analisi di laboratorio, ha scoperto di aver contratto l’epatite C, il cui virus si era insediato nel suo corpo a causa delle trasfusioni di sangue ricevute.

Il 2015 segna l’inizio del suo calvario. È stato ricoverato più volte negli ospedali Monaldi e dei Colli di Napoli, dove ha ricevuto la terribile diagnosi di cirrosi epatica.

Con il passare dei mesi e degli anni, la sua condizione è peggiorata sempre di più fino a degenerare.

Saverio Salernitano era convinto che questa terribile malattia fosse stata contratta nel 1975, quando ha ricevuto le trasfusioni di sangue a seguito dell’incidente stradale.

Per questo motivo, ha intrapreso un’azione legale presso il Tribunale di Aversa-Napoli Nord, avvalendosi dell’avvocato Ida Bianco come suo difensore.

Le prime fasi della procedura non sono andate bene. La richiesta di un accertamento tecnico preventivo, necessario per avviare una causa di risarcimento contro il Ministero della Salute, è stata respinta per incompetenza territoriale.

A quel punto, Saverio Salernitano si è rivolto all’avvocato Tommaso Castiello, originario di Trentola Ducenta ma residente ad Aversa, specializzato in casi simili che riguardano persone vittime di trasfusioni di sangue infetto.

Purtroppo, nel maggio 2019, Saverio Salernitano è morto prematuramente a causa della cirrosi epatica, all’età di 60 anni. Tuttavia, la battaglia legale è stata portata avanti dai suoi eredi, sua moglie Anna Maria Nugnes e i suoi figli Gennaro, Nicoletta e Salvatore Salernitano. Nessuno di loro si è arreso. Anche l’avvocato Tommaso Castiello ha continuato a sostenere la loro determinazione.

Insieme, hanno contattato il professor Massimo Miola, direttore della Medicina Legale e delle Assicurazioni dell’Università Federico II di Napoli.

L’intervento di questo professore come perito per la famiglia Salernitano è stato necessario perché il consulente tecnico nominato dal tribunale ha stabilito, in modo sorprendente e basandosi su argomentazioni apodittiche, che la percentuale di responsabilità del Ministero è solo del 35%.

Grazie alla determinazione di tutti e all’aiuto del professor Miola, la famiglia Salernitano è riuscita a vincere questa lunga battaglia legale e a ottenere giustizia per il grave torto subito.

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