Guido Quici, presidente della Cimo-Fesmed, esprime preoccupazione per la situazione dei Pronto Soccorso durante le festività di Ferragosto. Secondo Quici, ci sarà un afflusso iper di persone, tra i traumi stradali, quelli nelle località di vacanza e le persone anziane sole. Inoltre, la situazione si è ulteriormente aggravata a causa della carenza di personale sanitario, causata dalla fuga di medici dagli ospedali. Quici sottolinea anche la riduzione dei posti letto negli ospedali negli ultimi anni, il che causa un allungamento dei tempi di attesa nei Pronto Soccorso.
Il presidente Cimo-Fesmed si concentra anche sul problema dell’afflusso turistico durante l’estate, soprattutto nelle località di mare e montagna. Ad esempio, l’ospedale Cardarelli di Napoli registra 240 accessi al giorno in Pronto Soccorso ad agosto, di cui il 35% sono casi abbastanza gravi. Questi numeri mettono in evidenza la difficoltà di gestire un paziente complesso ogni 17 minuti, soprattutto considerando la grave carenza di medici.
Quici cita anche l’esempio di Aosta, dove si registrano mediamente 180 accessi al giorno in Pronto Soccorso durante l’estate. Inoltre, menziona il caso di Avellino, dove la medicina d’urgenza è stata chiusa per mancanza di medici, causando un sovraffollamento del Pronto Soccorso.
Un altro problema evidenziato da Quici è la chiusura di numerosi ambulatori territoriali, il che porta le persone a rivolgersi al Pronto Soccorso come unica struttura disponibile per l’assistenza medica. Questa situazione ha ripercussioni negative sugli operatori del Pronto Soccorso, che spesso presentano stress lavoro-correlato.
Quici critica il ministero dell’Economia e delle Finanze per non aver spostato temporaneamente le risorse necessarie per finanziare il personale sanitario, impedendo così il miglioramento delle condizioni di lavoro e l’applicazione di contratti dignitosi. Il presidente Cimo-Fesmed si chiede come sia possibile che si spendano milioni per il calcio, ma non si riesca a sostenere la sanità pubblica.
Quici conclude esprimendo meraviglia per i medici che ancora lavorano nei Pronto Soccorso nonostante le pessime condizioni, l’affollamento e le frequenti aggressioni fisiche e verbali. Secondo lui, questa situazione insostenibile e inaccettabile continuerà se non si prendono provvedimenti adeguati.

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