La difesa della privacy nell’era dei social media

In un’epoca in cui tutto sembra essere condiviso sui social media, l’argomento della difesa della privacy potrebbe sembrare strano. Tuttavia, un comportamento disattento o superficiale può avere gravi conseguenze.

Oggi quasi tutti giriamo costantemente con il nostro cellulare, pronti a riprendere qualsiasi evento che ci accade intorno, condividendolo poi sui social media. Dopo una discussione con l’avvocato Simone Labonia, abbiamo ottenuto nozioni legali che riteniamo importante condividere con i nostri lettori.

È importante specificare che nei luoghi pubblici non ci sono divieti a riprendere una persona seduta in un bar o che passeggia in compagnia. Diventa invece un illecito quando le riprese si concentrano su una stessa persona con ostinazione, creando molestia e disturbo.

Se nei luoghi pubblici c’è una certa elasticità, non è così nel privato, dove è possibile riprendere solo con il consenso, che non autorizza automaticamente la diffusione delle immagini sui social media.

Nel nostro ordinamento, chi pubblica la foto di un’altra persona senza il suo consenso commette un illecito civile ai sensi dell’articolo 167 del Codice Civile. La vittima può quindi richiedere un risarcimento del danno, da quantificare a seconda delle circostanze.

Esiste anche un risvolto penale, se la pubblicazione del video può essere considerata diffamatoria o lesiva per la reputazione della vittima. In tal caso, il reato è punito con una multa a partire da 500 euro e con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, come stabilito dall’articolo 595 del Codice Penale.

Vi è anche una circostanza considerata aggravante, che si verifica quando vengono diffuse, senza consenso, immagini o video sessualmente espliciti. In tal caso, la multa va da 5.000 a 15.000 euro e la reclusione da 1 a 6 anni di carcere. Questa specifica situazione è stata approfondita dallo Studio Legale Labonia.

Diffondere sui social media l’immagine di una persona che è stata precedentemente pubblicata può costituire un reato di illecito trattamento dei dati personali tramite Internet e può configurare il reato di diffamazione.

Effettuare riprese nascoste in luoghi privati costituisce un’interferenza illecita nella privacy, punita con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Questo vale anche per le registrazioni effettuate in qualsiasi dimora privata, che sia uno studio professionale o una residenza civile.

In conclusione, è importante essere consapevoli delle conseguenze legali che possono derivare dalla condivisione di immagini e video senza il consenso delle persone coinvolte. La difesa della privacy è un diritto fondamentale che deve essere rispettato, anche nell’era dei social media.

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