Due femminicidi stanno scuotendo l’attenzione a Rovereto in questi giorni, quelli di Iris Setti e Mara Fait. Sono due femminicidi, gli ennesimi dall’inizio dell’anno, che dimostrano come questo fenomeno persista. Nel casertano, molte iniziative sono state messe in campo dalle istituzioni per sensibilizzare sul tema. Si organizzano eventi con le scuole, le associazioni, le forze dell’ordine e gli ordini professionali per cercare di dare un segnale forte e gridare no alla violenza, no alla violenza sulle donne. Anche la procuratrice Viviana Del Tedesco si è espressa sui due omicidi di Rovereto e le sue esternazioni sono finite nel ciclone tanto che il Csm sta indagando.

Anche dal casertano arriva lo sdegno per le affermazioni rilasciate. A prendere la parola è il sindaco di Prata Sannita Damiano De Rosa, avvocato penalista. Come legale si è sempre occupato della tutela delle persone offese e come sindaco, per sensibilizzare la collettività sulla piaga della violenza sulle donne, ha installato sul territorio delle panchine a tema dipinte da artiste in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Riguardo alle esternazioni della procuratrice, De Rosa sostiene che l’articolo 1 del Decreto Legislativo 109/2006 sulla responsabilità disciplinare dei magistrati prevede che il magistrato eserciti le sue funzioni con imparzialità, correttezza, diligenza, riserbo ed equilibrio e rispetti la dignità delle persone. Senza andare oltre e cercando di rimanere su un piano più squisitamente tecnico-giuridico, si limiterebbe ad analizzare le dichiarazioni alla luce di questo semplice principio generale, invitando anche i non esperti di diritto a fare altrettanto per valutare la gravità e l’opportunità istituzionale di quanto dichiarato pubblicamente.

Innanzitutto, il primo dato che salta agli occhi è che le dichiarazioni della procuratrice di Rovereto, in veste istituzionale, riguardano affari giudiziari ancora in corso o non ancora definiti. Inoltre, anziché limitarsi a narrare i fatti come ricostruiti dalla Procura, cosa legittima e doverosa, o a denunciare la gravità esecutiva dell’ennesimo femminicidio a sfondo sessuale, le dichiarazioni riguardano invece la bellezza o la prestanza atletica dell’assassino, definendolo uno “spettacolare uomo fisicamente… Quello lì doveva andare a fare i mondiali di pugilato…” e lodando la sua puntualità nel rispetto degli obblighi di firma. Una misura cautelare alla quale era sottoposto per altri reati.

Indipendentemente dalla totale assenza di sensibilità e rispetto verso la vittima del reato e i suoi familiari, emerge l’inopportunità dell’esaltazione delle fattezze fisiche dell’indagato accusato di omicidio a sfondo sessuale, perché è un giudizio di “gradimento estetico soggettivo” che riguarda le pulsioni emotive e personali di chi le esprime. Inoltre, è incomprensibile l’esaltazione di alcune caratteristiche del soggetto come la puntualità nel rispetto degli obblighi rispetto agli studenti di oggi, quasi come se qualcuno potesse imparare qualcosa da chi si è reso colpevole di un brutale fatto di sangue nei confronti di una donna indifesa per futili motivi.

Il sindaco e avvocato De Rosa sottolinea che quando si ricopre un ruolo istituzionale, soprattutto a certi livelli, non è consentito abbandonarsi con superficialità a certe dichiarazioni che, a prescindere dai profili disciplinari, lasciano sinceramente sconcertati. Queste dichiarazioni sono fatte da una donna rispetto a gravissimi fatti di sangue in cui una donna è vittima della violenza di un uomo che viene descritto come “spettacolare fisicamente”.

De Rosa conclude, censurando il comportamento del Procuratore: “A noi tutti resta solo il dovere di ricordare, a chi evidentemente non è in grado di vedere e valutare con il dovuto rispetto e la necessaria obiettività, i particolari degni di nota di un fatto sconcertante e gravissimo come e perché è morta la signora Iris Setti. Da un individuo del genere, fisicamente o non fisicamente spettacolare, puntuale o non puntuale peraltro nel rispettare una misura cautelare impostagli da per altri fatti di reato, caro Procuratore nessuno dei nostri studenti di oggi ha nulla da imparare, se non come non bisogna mai comportarsi”.

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