Dopo circa 48 ore dal tragico incidente, finalmente si possono fornire dettagli ufficiali. Due carabinieri stanno sorvegliando Aldo Landolfi in una sezione specializzata dell’ospedale civile di Caserta.
Se è vero che stamattina abbiamo già chiarito che l’auto su cui viaggiava il 23enne Aldo Landolfi, arrestato per l’omicidio stradale del 63enne Tommaso Serpico, dipendente di un’azienda di sicurezza che lavorava con l’Anas per sorvegliare il cantiere all’interno della galleria “La Reggia”, non era una Audi R6, come inizialmente riportato anche da fonti ufficiali, ma una Audi A3, molto meno veloce della Audi RS 6 che era stata ipotizzata come la vettura coinvolta nell’incidente, è comunque importante dare il giusto rilievo a questa notizia. Dopo aver formulato accuse contro Aldo Landolfi basandoci sulla prima ricostruzione, è giusto dare spazio anche alle informazioni che vengono chiaramente corrette.
Va detto che l’Audi A3 comunque viaggiava a una velocità molto elevata all’interno di una galleria dove era in corso un cantiere e dove le due corsie strette erano state separate da segnalazioni di spartitraffico.
Ma la velocità non era quella che avevamo indicato inizialmente e questo va sottolineato.
Detto ciò, il 23enne, figlio di un dipendente dell’impresa Rpc, attiva nel settore delle intercettazioni ambientali e della microfonia di captazione, spesso utilizzata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, è risultato positivo ai test della cannabis effettuati dai carabinieri della stazione di Casagiove. La sua imprudenza nel guidare a una velocità decisamente superiore alla norma e nel farlo nonostante avesse assunto droghe, ha portato al suo arresto con l’accusa di omicidio stradale. Aldo Landolfi è attualmente sorvegliato da due carabinieri nel reparto di traumatologia chirurgica dell’ospedale civile di Caserta, mentre una passeggera della sua auto ha riportato ferite meno gravi e ha ricevuto soccorso con codice giallo.